Restituiti al Parco Archeologico tre frammenti di affresco rubati dalla villa di Civita Giuliana a Pompei
POMPEI. Tre frammenti di un affresco proveniente dalla villa suburbana di Civita Giuliana, località a nord di Pompei (fuori le mura della città antica), sono stati restituiti oggi (insieme ad altri affreschi appartenenti a Stabia) al Parco Archeologico di Pompei dai Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale, nel corso di una cerimonia che si è tenuta oggi al Museo archeologico “D’Orsi” di Castellammare di Stabia.
Nella villa di Civita Giuliana nel 2017 è stato avviato un cantiere di scavo, grazie all’operazione congiunta tra il Parco Archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, con l’obiettivo di bloccare l’attività degli scavatori clandestini.
A questa prima collaborazione ha fatto seguito un Protocollo d’Intesa sottoscritto nel 2019 finalizzato al contrasto delle attività illecite a danno del patrimonio archeologico.
I frammenti restituiti oggi erano pertinenti ad un ambiente scavato nel 2020 dal Parco Archeologico di Pompei, dove fu rinvenuto anche il graffito di Mummia, che ha fornito indicazioni sui possibili proprietari della villa. Tutto l’ambiente presenta una raffinata decorazione in Terzo Stile, con tre pannelli a fondo nero scanditi da candelabri e databile tra il 35 e il 45 d.C.
Il ritrovamento dei reperti trafugati è avvenuto nel corso degli accertamenti avviati nel luglio del 2012 dai militari del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, nell’ambito di una complessa attività di indagine nei confronti di un sodalizio criminale dedito allo scavo clandestino ed alla ricettazione di beni archeologici su territorio nazionale ed internazionale.
L’operazione aveva portato all’individuazione di una buca, coperta da uno strato di lamiere, terra e coltivazioni, che conduceva ad uno degli ambienti della villa romana sotterrata di Civita Giuliana. Contestualmente sono stati sequestrati anche i tre pannelli affrescati, rimossi e pronti per essere esportati all’estero.
Nel 2017 gli scavi di Civita Giuliana avevano portato in luce la parte servile della villa, dove era la stalla con i resti di tre cavalli bardati. In uno di questi ambienti, nel 2020, è stata effettuata la recente scoperta del carro cerimoniale.
Sempre nel 2020, ma in un’altra campagna di scavo, stavolta avviata nel quartiere nobile della villa, sono stati rinvenuti alcuni ambienti di soggiorno, oltre a due vittime colte dalla furia dell’eruzione, di cui è stato possibile realizzare i calchi.