Il lavoro del Parco archeologico di Pompei e dei Carabinieri per il Polverificio Borbonico di Scafati
POMPEI. Da oltre un anno il Parco archeologico di Pompei sta procedendo a bonificare il Real Polverificio Borbonico di Scafati, di propria pertinenza, dai rifiuti che gli anni di abbandono avevano portato a trasformare in vera e propria discarica abusiva.
Con il completamento della bonifica dai rifiuti, ormai prossimo, si è avviata anche la bonifica della vegetazione infestante per liberare l’area e poter avviare il cantiere di recupero e restauro che consentirà la riapertura al pubblico di 5 ettari del parco storico, caratterizzato dal lunghissimo Viale dei Platani in doppio filare.
Insieme a tali operazioni si è avviata la procedura per la rete di videosorveglianza perimetrale del complesso monumentale che, una volta attiva, consentirà di avere il pieno controllo dell’edificio.
Ad oggi, approfittando della presenza di alcune parti del complesso ancora infestate dal verde e dai rovi e, quindi, del tutto occluse alla vista dalla vegetazione, si sono introdotte delle persone che, dietro la coltre verde e alle spalle dell’alto muro di cinta in pietra, hanno organizzato una vera e propria piantagione di marijuana, ora estirpata e bonificata grazie all’intervento dei Carabinieri di Pompei.
«Ringraziamo le forze dell’ordine – dichiara il direttore generale Gabriel Zuchtriegel – per l’eccellente lavoro effettuato contro queste operazioni criminali. L’intervento dei Carabinieri è di fondamentale sostegno ai progetti di sviluppo che il Parco sta portando avanti per la riqualificazione di tutta l’area».
«Proprio in questi giorni – prosegue il direttore – è stata avviata una procedura per affidare importanti lavori di riqualificazione del verde, finalizzati alla riapertura al pubblico di parte del Real Polverificio Borbonico come parco».
«L’impegno del Parco archeologico di Pompei, attraverso i progetti messi in campo – conclude quindi Zuchtriegel – è quello di trasformare quanto finora è stato sfruttato in maniera illegittima in un bene di tutti e restituire alla comunità e alle famiglie un grande spazio verde urbano, pubblico e accessibile, evitando che si verifichino ancora episodi del genere».