Pompei, anche i resti di tre infanti nell’urna ritrovata nella tomba di Marco Venerio Secondo
POMPEI. Ci sono anche i resti cremati di tre bambini nell’urna cineraria di Novia Amabilis, ritrovata all’interno del recinto della tomba di Marcus Venerius Secundio, situata nella necropoli di Porta Sarno e oggetto della recente campagna di studi del Parco Archeologico di Pompei e dell’Università di Valencia.
Dopo il rinvenimento, i resti umani e organici trovati nel recinto funerario di Porta Sarno sono stati trasportati al Laboratorio di Ricerche Applicate del Parco archeologico di Pompei, dove sono stati sottoposti a interventi di analisi e di conservazione nella camera climatizzata.
I primi esami dei resti biologici hanno già rivelato particolari interessanti e indotto riflessioni altrettanto degne di ulteriori approfondimenti, come ha spiegato l’antropologa Valeria Amoretti, responsabile del Laboratorio.
«Dallo scavo dell’Università di Valencia a Porta Sarno – spiega Amoretti – sono emersi straordinari reperti bio-archeologici. In particolare i resti di Marco Venerio Secondo sono stati trovati in straordinario stato di conservazione e ciò permetterà di effettuare analisi che solitamente non si possono eseguire con questa precisione su quelli che sono i normali resti scheletrici».
Ma, come accennato, non è l’unico elemento di interesse apportato dalla tomba di Porta Sarno a Pompei in quanto all’interno c’erano più sepolture accanto a quella principale di Marcus Venerius Secundio.
Il defunto fu inumato in una piccola cella di 1,6×2,4 metri posta alle spalle della facciata principale, ma nella restante parte del recinto sono state ritrovate due urne cinerarie. Una di queste è un bellissimo contenitore in vetro appartenente a una donna di nome Novia Amabilis.
«Vicino alla sua tomba sigillata, nello stesso recinto – dice infatti Amoretti – vi era un’altra sepoltura microscavata dall’Università di Valencia all’interno di questo laboratorio, che ha fornito il supporto materiale e consulenza scientifica. L’urna apparteneva ad una certa Novia Amabilis ma non sappiamo quali fossero i rapporti con il defunto “principale” all’interno del recinto».
«All’interno del recipiente – conclude l’antropologa – che è una bellissima urna in vetro, contenuta a sua volta in un contenitore di piombo, sono stati rinvenuti i resti cremati di un individuo adulto, presumibilmente una donna, forse proprio Novia Amabilis, e di almeno tre individui infantili di cui ancora nulla conosciamo se non che, appunto, erano con le ceneri di questa donna adulta».
Le successive analisi del materiale rinvenuto nella tomba della necropoli di Porta Sarno probabilmente permetteranno di stabilire, oltre alla singolarità delle sepolture, anche le eventuali relazioni in essere tra le persone che sono state lì sepolte oltre duemila anni fa.