1971-2021: cinquant’anni fa nell’Anfiteatro il leggendario “Live at Pompeii” dei Pink Floyd
POMPEI. Il leggendario “Live at Pompeii” dei Pink Floyd compie cinquant’anni. È trascorso mezzo secolo, infatti, da quei quattro giorni di inizio ottobre, dal 4 al 7, del 1971, quando l’Anfiteatro di Pompei ospitò il mitico concerto a porte chiuse della band britannica.
Quel docufilm diretto da Adrian Maben che riprese l’esibizione della band nell’arena pompeiana (mostrando anche altre località campane, come il Museo archeologico di Napoli, i Campi Flegrei e il gran cono del Vesuvio) è diventato una vera pietra miliare nella storia della musica e a cinquant’anni di distanza è ancora capace di emozionare il pubblico.
Il “Live at Pompeii” è un’opera rimasta impressa in maniera indelebile nella storia della musica mondiale e ancora oggi è un unicum nel suo genere. Il regista scozzese, ma naturalizzato francese, Adrian Maben (che in questi giorni è stato visto a Pompei, dove sosterrà un progetto per ricordare l’anniversario del “Live at Pompeii”) concepì l’idea di base per il film nel 1971: già all’inizio dell’anno aveva contattato l’allora manager dei Pink Floyd.
La scelta dell’Anfiteatro di Pompei come location d’eccezione per le riprese del concerto a porte chiuse sembra essere legata ad un curioso aneddoto, venuto alla luce solo molti anni dopo. Nell’estate di quello stesso anno, il regista si recò in vacanza a Pompei con la fidanzata e, nel tentativo di recuperare il suo passaporto che credeva di aver smarrito durante la visita alla città antica, tornò al crepuscolo nell’Anfiteatro.
L’atmosfera surreale del luogo lo ispirò al punto da farglielo immaginare come una location perfetta per riprendere la band in azione nell’arena vuota, senza pubblico. Nel filmato ha poi inserito altre immagini spettacolari della Pompei antica. Un docu-film che ancora oggi è apprezzato ovunque, non solo dai fan dei Pink Floyd.