Oggetti della vita quotidiana: gli ultimi ritrovamenti nella Casa della Biblioteca a Pompei
POMPEI. Dal cantiere di messa in sicurezza dell’Insula Occidentalis di Pompei emergono testimonianze di vita quotidiana. Tra questi, ci sono un disco di pietra lavorato che formava la base per un piccolo mortaio e un vaso di bronzo o di rame (un’olla).
Gli oggetti testimoniano i lavori che dovevano essere in corso alla Casa della Biblioteca per riparare i danni dello sciame sismico che dovette precedere l’eruzione del 79 d.C. Sono oggetti semplici ma raffinati, quasi certamente abbandonati accanto alla soglia di un ambiente dall’artigiano che era al lavoro lì ed è poi stato costretto a fuggire a causa dell’eruzione.
Il disco di pietra, perfettamente circolare e dalla superficie finemente levigata, conserva ancora un piccolo cumulo di frammenti di pasta vitrea pronti per la molitura, che era necessaria alla produzione del famoso pigmento Blu Egizio, la cosiddetta Fritta egizia utilizzata per il blu/azzurro degli affreschi.
Dalla parte opposta dell’apertura che metteva in comunicazione un grande ambiente a volta con una terrazza antistante – splendidamente affacciata sul Golfo di Napoli – è stata trovata invece un’olla in rame, che reca al suo interno un piccolo crogiuolo di ferro che probabilmente era utilizzato per la cottura degli ossidi nel processo di produzione dei pigmenti.
Entrambi i reperti sono stati ora trasferiti ai laboratori del Parco per procedere alle analisi dei loro contenuti. La Casa della Biblioteca fu scavata per la prima volta nel 1759 in una zona allora denominata Masseria Irace (nella topografia pompeiana individuata come Regio VI, Insula 17, Civico 41).
La domus fu detta “della Biblioteca” dallo studioso Volker Michael Strocka, che identificò come tale uno degli ambienti interni, in cui ancora oggi si può ammirare uno splendido affresco della parete centrale con la raffigurazione del poeta ditirambico greco Filosseno di Citera, vissuto nella seconda metà del V secolo a.C.
Gli apparati decorativi della domus furono oggetto, negli anni, di numerose sottrazioni con il distacco di affreschi e mosaici oggi custoditi al Museo Archeologico di Napoli. Dopo il bombardamento del 1943 e il parziale rinterramento, la casa fu di nuovo oggetto di scavi (solo parziali) negli anni Settanta del Novecento, durante i lavori di restauro dell’adiacente Casa del Bracciale d’oro.