Pompei, Natale di paura in viale Mazzini: anziano tenta di colpire una donna con un bastone
POMPEI. Panico a Natale nel pieno centro di Pompei, in viale Mazzini, dove un 78enne ha afferrato una mazza di legno per colpire la sua presunta “vittima”. Si tratta di una stimata insegnante che abita al piano di sopra.
A sedare il panico è stato solo l’ennesimo intervento dei carabinieri: bastone, infine, sequestrato. Ma la paura, nel condominio, resta ancora intatta. La vicenda, in città, è storia vecchia. I protagonisti principali sono un anziano, forse affetto da problemi psichici, e abbandonato nel 2019 da moglie e figli.
La seconda è invece la presunta vittima: una insegnante di Pompei. «A Natale, io e la mia famiglia abbiamo vissuto l’inferno» denuncia «ha afferrato quella mazza, lo ha fatto di nuovo. Per fortuna, questa volta, sono intervenuti carabinieri».
Lo scorso 2 luglio, l’insegnante di Pompei fu persino ferita. «In quel caso, con la stessa mazza, riuscì a colpirmi». La vittima, nella circostanza, venne trasportata all’ospedale “San Leonardo” di Castellammare, dove i medici le riscontrarono un trauma cranico.
«Tutto è iniziato due anni fa, quando questo signore è stato abbandonato dalla moglie – prosegue la donna – credo che lui, su di me, abbia trasferito le proprie frustrazioni. È dal 2019 che mi controlla e mi offende. Lo fa anche in piena notte: apre la finestra e inizia a urlare. Urla, urla a più non posso. Da due anni sto vivendo nel terrore. Ho paura».
A viale Mazzini, un intero condominio sembra essere ostaggio dei continui scatti d’ira dell’anziano. «Abbiamo già inoltrato due esposti alla Procura, scritto tre querele, fatto un esposto all’Asl di Pompei – dichiara l’avvocato Anna Carmela Izzo, che sta provando a “salvare” dall’angoscia sette famiglie, circa 35 persone che vivono negli appartamenti delle palazzine – ma la situazione è bloccata».
Il 78enne – già denunciato per stalking – è stato visitato da tre medici del centro di igiene mentale di Pompei, che però non hanno ufficialmente riscontrato sintomi di disturbi psichiatrici.
«Il nostro scopo – conclude l’avvocato – non è punitivo. Vogliamo solo lanciare un allarme agli assistenti sociali del Comune: rivedano la situazione, lo facciano presto. Prima che qui accada una tragedia».