Julia Felix: un’imprenditrice ante litteram nell’antica Pompei
POMPEI. È nota la condizione di subordinazione delle donne romane. Eppure durante il primo secolo d.C. alcune donne riuscirono ad emanciparsi dal ruolo di matrone, ottenendo una maggiore autonomia ed il riconoscimento di alcuni diritti, soprattutto nell’ambito della gestione e dell’amministrazione del patrimonio.
Nell’antica Pompei alcune donne riuscirono ad elevarsi socialmente occupandosi di relazioni commerciali e ad accrescendo i propri patrimoni fino a divenire molto ricche: è il caso di Julia Felix, probabilmente la più influente della figure femminili a Pompei.
Julia aveva ereditato dal padre una domus risalente al I secolo a.C. della superficie di ben 5.800 metri quadrati che andò in parte distrutta dal terremoto del 62 d.C. Mostrando una spiccata mentalità imprenditoriale e altrettanta intraprendenza, Julia decise di affittare la parte rimasta integra in modo da ricostruire con i guadagni quella che era invece andata distrutta, sfruttando la richiesta sempre crescente, dettata dal fatto che il terremoto avesse lasciato molti senza dimora.
La casa era dotata anche di terme private che lei rese pubbliche, previo pagamento, sfruttando anche in questo caso a suo vantaggio il fatto che il terremoto avesse distrutto le terme pubbliche.
La casa, situata nei pressi della Palestra Grande e dell’Anfiteatro, era costituita da un complesso di proprietà e si configurava come una vera e propria “villa urbana” caratterizzata da ampi spazi verdi. Il giardino, dotato di vasche a canali, ricreava uno spazio quasi sacrale, con statue in marmo, fontane ed un’estesissima vigna.
Un’imprenditrice ante litteram, Julia Felix, che è riuscita a sfruttare a suo favore una situazione negativa con intelligenza e senso pratico, divenendo una delle donne più note e socialmente emancipate dell’intera Pompei.