Il restauro delle antiche fontane pubbliche di Pompei
POMPEI. Le fontane pubbliche presenti a Pompei erano parte integrante dell’articolato sistema di distribuzione dell’acqua nel perimetro della città antica. Attualmente esse sono al centro di un progetto di restauro partito ad ottobre 2021 e che continuerà ancora per tutto il 2022.
Nel tempo, le fontane sono state oggetto di studi specifici e di interventi di rimessa in funzione, diventando parte integrante del percorso di visita. Oggi, infatti, da alcune di esse i visitatori possono bere proprio come faceva duemila anni fa un antico pompeiano.
A Pompei le antiche fontane sono 41 e sono distribuite su tutto il territorio della città antica. La maggior parte rientra nella tipologia delle fontane con vasca e blocco erogatore. Tre sono invece gli elementi monoblocco usati in funzione di erogatore, inseriti direttamente nel cordolo del marciapiede o sovrapposti ad esso. Nell’area del Foro Triangolare, invece, si trova l’unico esemplare di labrum, con bacino e supporto in marmo, che probabilmente usato per le abluzioni sacre.
Attraverso uno studio approfondito, condotto in fase progettuale anche in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure, si è cercato di comprendere la natura dei materiali e degli agenti di degrado, definendo così le scelte operative. Tali scelte tuttavia si perfezionano volta per volta in base alle esigenze conservative di ogni singola fontana, adoperando un approccio critico e scientifico.
Il progetto prevede il restauro di tutte le fontane antiche, ma anche una fase di scavo archeologico per le aree limitrofe a 15 fontane. L’obiettivo è la verifica dei rapporti stratigrafici relativi alla costruzione della fontana, il rapporto con gli assi viari ma anche con la strada e il marciapiede, al fine di acquisire elementi utili a precisare il quadro cronologico di riferimento. Al termine degli interventi ogni fontana sarà oggetto di un accurato rilievo 3D.
«È un progetto globale – ha spiegato Paola Sabbatucci, funzionario restauratore del Parco archeologico di Pompei e direttore dei lavori per il restauro – che permetterà di avere un “punto zero” da cui ripartire a livello di conoscenza e a livello conservativo».
L’intervento si è reso necessario perché «le fontane – ha proseguito l’esperta – essendo inserite nel percorso viario, sono soggette a diversi fattori di degrado molto importanti, tra cui soprattutto quello di tipo antropico, poiché i turisti e i fruitori del sito hanno la possibilità di entrare direttamente in contatto con questi manufatti. Al termine del restauro restituiremo al fruitore le fontane nella loro migliore veste».
«Si tratta di un restauro molto conservativo – ha chiarito Luca Pantone, direttore tecnico Pantone Restauri – il cui obiettivo è conservare il più possibile questi manufatti. In primo luogo si procede a bonificare le fontane da tutte le sostanze estranee, dalle alghe, dalle patine biologiche, da elementi in ferro fortemente ossidati e dal cemento che purtroppo è stato utilizzato nel secolo scorso per fare delle reintegrazioni».
«In seguito – aggiunge – si procede con le puliture, alcune abbastanza blande, alcune molto spinte per rimuovere il carbonato di calcio, ovvero il calcare che ovviamente alcune fontane hanno. Al termine di questo intervento è previsto un protettivo finale che allungherà sicuramente la conservazione dei manufatti».