Maxi rissa di Pasqua a Pompei, 12enne in ospedale. Parla il padre: «Erano in 15, potevano ucciderlo»
POMPEI. Divieto di vendita di alcolici ai minorenni, ogni giorno e a partire dalle ore 22, pattugliamento fisso di Polizia e Carabinieri in tre posti strategici della città, illuminazione pubblica più forte lungo Via Plinio e a Villa dei Misteri.
E ancora una specifica richiesta fatta al sindaco, che con un’ordinanza ad hoc dovrebbe “tassativamente vietare ai rifornitori dei tre distributori automatici di snack e di bevande, presenti nella nostra Pompei, di riempirli di bevande alcoliche”.
Sono questi i punti salienti della nuovissima ordinanza restrittiva contro la cosiddetta “mala-movida”, ipotizzata e messa a punto ieri, nel corso di una riunione informale, dal presidente di Confcommercio Gino Longobardi – che rappresenta anche i gestori degli alberghi e dei b&b – e dal questore Antonella Palumbo, che invece guida il commissariato di Polizia in Via Sacra.
Il vertice per «rafforzare i presidi di sicurezza nella città» ha detto Longobardi si è tenuto poche ore dopo l’ultima maxi-rissa che ha coinvolto 50 giovanissimi, probabilmente alticci, scoppiata la sera di Pasqua nei pressi di un noto bar tra Via Carlo Alberto e piazza Bartolo Longo.
Almeno 15 ragazzi, provenienti da Torre Annunziata e Boscoreale, tutti con età compresa tra i 12 e i 16 anni, hanno accerchiato, insultato e infine spedito all’ospedale, un 12enne di Pompei. La vittima dell’agguato è Amedeo, frequenta la seconda media alla “Maiuri”. È il figlio di un negoziante di via Roma, che ha provato a difendere suo figlio dagli schiaffi e dalla paura.
«Ma ho avuto la peggio così come mio figlio – ci racconta l’imprenditore – sono stato letteralmente accerchiato da almeno 15 feroci ragazzini. La rissa – questa la sua ulteriore denuncia – è stata notata anche da due vigili urbani, che proprio in quello stesso momento erano in servizio. Mi hanno risposto “Chiamate la polizia”. Così rasentiamo l’assurdo. Mio figlio, nel frattempo, poteva morire».
La mega rissa è stata infine sedata da due poliziotti, che hanno già identificato e denunciato il principale responsabile. Si tratta di un 12enne di Boscoreale – residente in zona “Flagelli” – finora accusato solo di resistenza. Le indagini proseguono. I poliziotti stanno infatti visionando i filmati della videosorveglianza installata nel pieno centro di Pompei per risalire agli ulteriori minorenni che, nella sera di Pasqua, hanno seminato il panico in territorio Unesco.
Dopo l’ultima rissa (ma soltanto sei giorni prima era stata segnalata in città una banda di minorenni con tirapugni e coltelli, ndr) è così scatta la reazione degli imprenditori cittadini, che hanno chiesto il pronto intervento dell’amministrazione comunale e delle forze dell’ordine.
La dirigente del commissariato di Pompei ha già scritto al Questore di Napoli, chiedendo più mezzi a disposizione oltre a un incremento del numero di uomini e di donne in divisa. Attualmente, il suo organico è ridotto all’osso: 40 poliziotti – il numero è davvero preciso – dovrebbero sorvegliare una città che, dopo la pandemia, punta a ospitare circa quattro milioni di turisti ogni anno. Si tratta in pratica di una “mission impossible”.