Pompei, pioggia di denunce per email-truffa: i consigli della Polizia per difendersi

POMPEI. “Sei indagato per pedofilia e pedopornografia”: la truffa on-line “sbarca” a Pompei. Sono circa cento nell’arco degli ultimi tre mesi – dati ufficiali forniti dai vertici e dagli agenti del Commissariato di Polizia in Via Sacra – le segnalazioni e le denunce inoltrate alle forze dell’ordine da parte di altrettanti cittadini.

Tutti, o quasi, in estate, hanno ricevuto nella propria casella di posta elettronica una falsa mail che indica presunte e gravissime indagini penali svolte da ufficiali di Polizia giudiziaria.

A prima vista potrebbe sembrare vero, ma non lo è. Il nome e la firma in calce, la dicitura “Ministero dell’Interno”. Tutto potrebbe indurre la vittima ad aprire la mail e fornire anche i propri dati bancari.

«Si tratta di una falsa mail finalizzata, verosimilmente, a carpire dati personali, richiedere pagamenti non dovuti o ancora infettare i dispositivi con pericolosi virus informatici» spiegano adesso dal Commissariato di Pompei. Dove il pauroso tentativo di phishing è in vertiginosa “escalation“.

«Abbiamo ricevuto almeno cento segnalazioni in poco tempo» proseguono i vertici del commissariato, diretto nella città mariana dal vicequestore Antonella Palumbo. Nelle caselle di posta elettronica dei cittadini – il tentativo di truffa riguarda però pure altre città della Provincia – giungono false convocazioni di Giustizia in cui vengono contestati reati pedopornografici.

La mail inizia così: «Io sottoscritto cap. Giuseppe Caputo, ufficiale di Polizia giudiziaria, in collaborazione con la sig.ra Catherine De Bolle, direttore di Europol Protezione Minori (Bpm) visti gli articolo 20 21-1 e da 75 a 78 del Codice di Procedura Penale… ti inviamo questa comunicazione, mandata poco dopo un sequestro informatico, per informarti che sei oggetto di diversi procedimenti legali».

Sotto al testo sono poi elencati vari reati inerenti la pedofilia, la cyber pornografia fino al traffico sessuale. Si tratta di falsi messaggi che prospettano alla vittima un’inesistente indagine penale a carico con l’intento di indurla a ricontattare i truffatori entro 72 ore ed esporsi in questo modo a successive richieste di pagamento in denaro o di comunicazione di dati personali.

«La Polizia non contatterebbe mai direttamente i cittadini attraverso e-mail. Quindi non aprite questi messaggi» è la principale raccomandazione dei dirigenti del commissariato di Pompei.

«Se la mail non è stata aperta – proseguono – basta spostarla nella casella “spam”. In questo caso non accadrà nulla di grave e a noi basterà ricevere una segnalazione anche non formalizzata in una denuncia».

Diverse, invece, le strade da intraprendere nel caso in cui, per paura o imprudenza, la mail sia stata aperta, causando inoltre un istantaneo blocco dello smartphone o del Pc.

«In questa circostanza il reato potrebbe effettivamente concretizzarsi – spiegano ancora i poliziotti di Pompei – allora sarebbe consigliabile sporgere una denuncia contro ignoti».

Un’ultima avvertenza. «Consigliamo ancora di applicare, soprattutto negli smartphone di nuova generazione, una piccola memory-card che memorizzi i dati in formato digitale evitando così il salvataggio di password personali e ulteriori dati sensibili sul cellulare che resta a rischio di attacco informatico».

Salvatore Piro

Salvatore Piro

Giornalista pubblicista. Papà di Gaetanino.

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