Pompei finalista al Premio Khaled al-Asaad con la “stanza degli schiavi” di Civita Giuliana
POMPEI. C’è anche Pompei, con la “stanza degli schiavi” rinvenuta a Civita Giuliana, tra le cinque scoperte archeologiche del 2021 finaliste della ottava edizione dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”.
L’ambito riconoscimento, assegnato alla scoperta archeologica prima classificata, sarà selezionato dalle 5 finaliste e sarà consegnato venerdì 28 ottobre 2022, in occasione della XXIV Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (Bmta), in programma a Paestum dal 27 al 30 ottobre 2022, alla presenza di Fayrouz Asaad, archeologa e figlia di Khaled.
Inoltre, sarà attribuito uno “Special Award” alla scoperta, tra le cinque candidate, che avrà ricevuto il maggior consenso dal grande pubblico nel periodo 4 luglio-30 settembre 2022 sulla pagina Facebook della Borsa.
Pompei, come anticipato, è in lizza grazie alla “stanza degli schiavi” rinvenuta all’interno della villa rurale nella contrada di Civita Giuliana e annunciata alla stampa a fine 2021.
Nella villa suburbana a nord di Pompei, a Civita Giuliana, la “stanza degli schiavi” offre uno spaccato straordinario su una parte del mondo antico che normalmente rimane all’oscuro.
Lo stato di conservazione eccezionale dell’ambiente e la possibilità di realizzare calchi in gesso di letti e altri oggetti in materiali deperibili costituisce una “fotografia antica” della vita degli schiavi, generalmente trascurata dalla storia, concentrata sulle gesta dei potenti.
Gli stallieri erano schiavi che abitavano in questa stanza disadorna dove sono state trovate tre brandine in legno e una cassa lignea contenente oggetti in metallo e in tessuto, che sembrano far parte dei finimenti dei cavalli.
Inoltre, appoggiato su uno dei letti, è stato trovato un timone di un carro, di cui è stato effettuato un calco. Quello che colpisce è l’angustia e la precarietà di questo ambiente, una via di mezzo tra dormitorio e ripostiglio di appena 16 metri quadrati, che possiamo ora ricostruire grazie alle condizioni eccezionali di conservazione create dall’eruzione del 79 d.C.
I letti sono composti infatti da poche assi lignee sommariamente lavorate che potevano essere assembrate a seconda dell’altezza di chi li usava. Due hanno una lunghezza pari a 1,70 metri circa, ma un altro misura appena 1,40 metri per cui potrebbe essere di un ragazzo o di un bambino.
Al di sotto delle brandine si trovavano pochi oggetti personali, tra cui anfore poggiate per conservare possedimenti privati, brocche in ceramica e il “vaso da notte”. L’ambiente era illuminato da una piccola finestra in alto e non presentava decorazioni parietali.
Era dunque probabilmente un dormitorio per un gruppo di schiavi, ma è possibile che fosse una piccola famiglia vista la presenza della brandina a misura di bambino. L’ambiente, comunque, serviva anche come ripostiglio, come dimostrano otto anfore stipate negli angoli lascati appositamente liberi per tal scopo.
Il rinvenimento è avvenuto non lontano dal portico dove all’inizio del 2021 fu scoperto un carro cerimoniale attualmente oggetto di interventi di consolidamento e restauro.
Le altre quattro scoperte archeologiche in corsa per il Premio “Khaled al-Asaad” sono: la città fondata da Amenhotep III a Luxor, riaffiorata dal deserto (Egitto); il più antico tempio buddhista urbano della valle dello Swat nel sito di Barikot (Pakistan); uno straordinario mosaico con scene dell’Iliade rinvenuto in Inghilterra nella contea di Rutland (Regno Unito); il sito di Karahantepe, un santuario rupestre di oltre 11mila anni fa scoperto in Anatolia (Turchia).