Casa Borrelli, lo sfratto dei “nonnini” fu legittimo: il Tar dà ragione al Comune di Pompei
POMPEI. Ospizio “Borrelli”, ultimo atto: i nonnini “perdono” in Tribunale, il Tar conferma lo sfratto. E ora, dopo una lunga attesa, il milionario progetto Eav può partire anche a via Lepanto.
Il Tar Campania ha confermato lo sgombero per la storica casa di riposo per anziani deciso il 25 settembre 2019 dal Comune di Pompei – allora retto dal sindaco del Pd Pietro Amitrano – per ragioni di sicurezza.
Lo sgombero, coatto, avvenne all’alba. A imporre l’atto di forza fu una contestatissima ordinanza che, tra le altre cose, attestava la “inadeguata staticità e la vulnerabilità sismica” dell’ospizio con sede in via Lepanto 235: di proprietà comunale e fino a quel giorno gestito dalla “fallimentare” società partecipata Aspide, nata nel 2004 come azienda di servizi e finita poi in liquidazione il 15 novembre 2012.
La stessa partecipata avrebbe a oggi accumulato una montagna di debiti – circa 1,2 milioni di euro – che hanno infine provocato un gigantesco buco di bilancio pubblico e il dramma della disoccupazione per 13 ormai ex addetti all’ospizio.
Diciannove “nonnini” – difesi in aula dall’avvocato Paolo Leone – avevano trascinato innanzi ai giudici sia la Aspide, sia il Comune di Pompei insieme a quello di Sant’Antonio Abate (capofila dell’Ambito Sociale 32 ndr), chiedendo proprio in extremis di annullare l’ordinanza “urgente” di sgombero del 2019.
La difesa, in particolare, aveva messo in dubbio “l’effettiva sussistenza del pericolo per la pubblica incolumità” messo al contrario nero su bianco dall’Ufficio tecnico del Comune di Pompei al termine di varie indagini svolte sull’immobile.
Il Tar Campania – presidente Ida Raiola – ha però considerato come legittimo l’intero iter seguito dal Comune. “L’indagine – può infatti leggersi nella motivazione – è stata realizzata tenendo conto della natura mista del fabbricato, costruito in diversi periodi storici, e ne è risultato il degrado dei materiali”.
In particolare del calcestruzzo dell’edificio ospitante la casa di riposo, che presenterebbe livelli di carbonatazione “tale da rendersi visibile a occhio nudo” e dunque passibili di “corrodere le barre dell’armatura” o ancora di causare “la crisi degli elementi verticali in prossimità delle aree di apertura e di alcuni solai”.
Il 25 settembre 2019, la casa di riposo da 32 posti letto totali fu sgomberata per “ragioni di sicurezza”. Al momento dello sfratto, nell’ospizio donato nei primi del Novecento e per testamento, sia ai poveri che agli anziani di Pompei e Scafati dalla nobildonna Concetta D’Arienzo, erano ricoverati 29 nonnini.
Adesso, il futuro della casa di riposo sembra essere sempre più legato all’inizio dei lavori per il faraonico progetto Eav da 67 milioni di euro. Il potenziamento delle ferrovie regionali, per assicurare il raccordo della viabilità esistente al nuovo sistema, prevede l’allargamento di via Scacciapensieri all’incrocio con via Lepanto.
Tutto presuppone quindi l’abbattimento della chiesa pertinenziale e della casa di ricovero Borrelli. L’inizio dei lavori per il progetto Eav, dopo l’ultima sentenza del Tar Campania, sembra quindi vicinissimo. (Foto di repertorio).