Una sera “nel vicolo dell’allegria”: La Maschera a Pompei per lo Street Festival

POMPEI. Venerdì 23 settembre a Pompei, alla fine di una caldissima estate trapassata troppo rapidamente nell’autunno, in occasione del Pompei Street Festival – festival di street art, musica, cinema e fotografia, sotto la direzione artistica di Nello Petrucci – in piazzale Schettini si è tenuto il concerto de La Maschera.

La band partenopea, nata nel 2013 con un’attitudine spiccatamente World, è composta da Roberto Colella (voce, chitarra, tastiere), Vincenzo Capasso (tromba), Antonio Caddeo (basso), Marco Salvatore (batteria) e Alessandro Morlando (chitarra elettrica).

Conoscevo la band solo di nome prima del concerto, per via di qualche estimatore in famiglia, ma non avevo mai fatto il passo di ascoltare qualcosa, a causa di quella pigrizia che ci porta più spesso verso ciò che già sappiamo rientrare nel nostro gusto piuttosto che spingerci verso qualcosa di nuovo.

Si chiama “comfort zone” e mica è facile scomodarsi. Il caso ha fatto sì che finalmente mi scomodassi e mi sono ritrovata al concerto.

Di solito l’effetto che fa partecipare ad un concerto di musicisti che non segui è straniante: tutti partecipano e tu ti senti fuori, come non essere parte del concerto, come vederlo da fuori, senza una reale partecipazione, perché non conoscere – e non riconoscere – i pezzi proposti non riesce a creare quella dimensione di coinvolgimento necessaria, secondo me, affinché si possa vivere appieno un live.

Ebbene, lo dico subito perché è la cosa che mi ha colpita di più, i componenti de La Maschera ci sono riusciti, io ero parte del concerto: ho saltato, ho ballato, ho tenuto il tempo con le mani, ho persino canticchiato qualche ritornello particolarmente orecchiabile, mi sono fatta un giro int’ ‘o vicolo ‘e l’allerìa (“nel vicolo dell’allegria”, ndr) tra figure in cerca di riscatto sociale, storie personali, semplici ed eroiche al contempo, e qualche sentimentalismo un po’ underground.

Quando una band riesce a creare questo tipo di partecipazione ed a coinvolgere anche chi, come me, è assolutamente a digiuno di qualsiasi preparazione, vuol dire che quella band dal vivo funziona, ‘o sape fa’.

E infatti il concerto era particolarmente coinvolgente: mi guardavo attorno spesso in cerca di reazioni e tutti sorridevano, tutti erano coinvolti, c’era un clima familiare, come partecipare ad una festa tra amici.

Avete presente quando ci si ritrova ad una festa alla quale non si conosce nessuno e poi alla fine sembra di conoscere tutti e divertirsi? Ecco, è stato così. Ed in effetti è così che ci si costruisce un pubblico: conquistandolo, portandolo a casa propria e facendolo stare bene. Se una band ti porta dritta nel suo mondo, a casa sua, e riesce ad incuriosirti, coinvolgerti, ed anche a farti ballare, vuol dire che quella band funziona.

Il momento in cui La Maschera mi ha definitivamente conquistata è stato quando ha proposto una cover di Serenata Maledetta, pezzo che adoro e di cui ha proposto una versione scarna e molto intensa.

Tutta la band è stata una bella sorpresa, bello il palco pieno di musicisti – alcuni anche giovanissimi – bello il pubblico caldo e coinvolto con una voglia palpabile di stare assieme, una voglia di collettività, piena, gioiosa, vitale, e bravo il frontman Roberto Colella.

Ci sono musicisti meravigliosi incapaci di tenere il palco, cosa che a lui sembrava venire naturale e che funzionava bene, con una simpatia spontanea, non ricercata, con l’essere un po’ strabordante come i veri partenopei, ma nel saperlo essere con garbo, con una certa giusta misura.

C’è stato anche tempo per qualche bis e per l’attesissima Mirella è felice, ultimo singolo dedicato a Mirella La Magna e Felice Pignataro.

Poi i saluti e l’invito a ritrovarsi alla prossima. Mica fa male uscire dalla propria comfort zone ogni tanto, si finisce con lo scoprire che ci sono altri posti in cui stare bene.

Nicoletta Severino

Nicoletta Severino

Danzatrice e coreografa, dirige la scuola di danza "Attitude" di Napoli. Proviene da studi filosofici e collabora con varie testate, trattando temi di attualità, di arte e di cultura.

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