Pompei, sui lavori a via Lepanto l’opposizione alza la voce: «Siamo già ai rappezzi»
POMPEI. È arrivato il momento dei controlli sui lavori a via Lepanto e l’opposizione si fa sentire. «L’opera non è stata ancora collaudata, costata circa 4 milioni di euro, e già siamo ai rappezzi? che schifo di rappezzi!» tuona Di Casola sui social facendosi portavoce delle lagnanze di molti pompeiani oltre che della sua parte politica, a nome della quale ha incalzato ripetutamente, in questi due anni, l’amministrazione comunale.
Il sindaco di Pompei e il presidente del consiglio comunale hanno replicato tutte le volte che alla fine dei lavori, col collaudo dell’opera, sarebbero state chiarite eventuali vertenze sulla qualità dei materiali, diversa, a dire di Di Casola e compagni, da quella del capitolato, e la precisione nell’esecuzione dell’opera.
Ora il capogruppo di opposizione torna alla carica: «Si è utilizzato un prodotto scadente quando nel capitolato d’appalto era previsto materiale più pregiato e il risparmio a chi giova? L’amministrazione comunale dov’è? Il dirigente dell’ufficio tecnico dov’è?».
Effettivamente è arrivato il momento della verità anche perché tira un vento diverso. L’amministrazione comunale in carica ha l’occasione di dimostrare coi fatti di avere competenza ed autorevolezza nei confronti delle ditte appaltanti nel momento che procede col collaudo alle verifiche dei lavori eseguiti rispetto alle indicazioni di capitolato e, successivamente, nel richiedere riparazioni a regola d’arte e/o eventuali pagamenti di danni e/o penali previste dal contratto.
Lo scempio di piazza Schettini e della Fonte Salutare è ancora sotto gli occhi di tutti. Il sindaco di Pompei è chiamato a dimostrare che rispetto a quei modi di gestire i lavori pubblici, l’amministrazione di Pompei ha cambiato pagina, anche in previsione di opere avviate (progetto Eav e Hub) che cambieranno radicalmente il profilo urbanistico di Pompei.