Pompei, Di Casola difende la De Angelis: «Denunciata per aver fatto il suo dovere»
POMPEI. Il fuoco amico fa più danno di quello nemico al “galeone” capitanato da Carmine Lo Sapio. Ecco perché il suo “antagonista” Domenico Di Casola ha difeso la consigliera Luisa De Angelis.
«Viene denunciata per essersi espressa nel modo che ha ritenuto opportuno per denunciare fatti e metodi gravi che stanno mettendo in ginocchio l’economia della città» chiarisce in un suo post su Facebook Di Casola.
«Il dramma di Pompei non è come si esprime un consigliere comunale che ha il coraggio di metterci la faccia, mentre nel recente passato volavano solo lettere anonime» afferma Di Casola, per cui la De Angelis starebbe esclusivamente svolgendo il suo ruolo di controllo politico, denunciando la cattiva amministrazione del Comune di Pompei.
Inoltre il combattivo leader di opposizione avverte la necessità di sostenere la sua “irrituale” alleata politica a causa del progressivo sfaldamento della minoranza, causato da consiglieri che hanno moderato, con proclami, la loro azione politica, mentre altri si sono fatti notare per numerose assenze ai consigli e/o ripetuti silenzi.
Di Casola addita, quindi, ai suoi alleati politici e alle associazioni sindacali e di categoria silenti e/o conniventi l’esempio “virtuoso” della De Angelis “nel metterci la faccia”, nonostante la gentile consigliera (sostenuta dal marito) abbia continuato a rivendicare la sua appartenenza alla maggioranza, in quanto eletta in quella compagine politica (anche se appena varata la giunta ha cominciato a votare contro e contestarne l’operato).
L’interpretazione dei motivi di questo atteggiamento è frutto della professionalità dell’avvocato Di Casola, che si è reso difensore della sua “alleata di fatto” attribuendole un’interpretazione “nobile” del suo ruolo nella lite politica che oramai dura da lungo tempo.
Lite che almeno in due casi ha assunto la forma di attacchi personali incrociati, che hanno fatto scattare querele contrapposte. Mentre un terzo caso ha richiesto una sentenza del tribunale civile sul contrasto insorto sulla conduzione di due campi di calcetto, concessi in fitto dal Comune di Pompei ad un’associazione temporanea d’impresa (una delle quali, della De Angelis).
A riguardo il Tribunale oplontino ha stabilito la restituzione dei campetti al legittimo possessore (l’impresa all’epoca diretta dalla De Angelis) perché il Comune li aveva sottratti all’Ati (facendo cambiare il lucchetto al cancello) senza richiedere un’attestazione legale di inadempienza della controparte.
In estrema sintesi, mentre gli attacchi politici, sotto forma di ingiurie, sono sfociati in querele, parallelamente è insorta una vertenza giudiziaria per dirimere interessi basati sulla gestione (e il pagamento dei fitti) dei campetti di calcio tra il Comune di Pompei e l’Ati in cui figurava l’impresa della consigliera De Angelis, prima che fosse eletta.