La Trilogia dei Libri Lab: le presentazioni al Pompei Lab
POMPEI. C’è stato chi l’ha definita la Trilogia dei Libri Lab. Ci riferiamo alla rassegna libraria che è stata promossa dall’associazione culturale Pompei Lab, che tra pochi anni festeggerà il proprio primo ventennio di vita associativa, soprattutto giovanile, ma non solo.
La Trilogia dei Libri Lab è stata altresì sponsorizzata dal Piaam, il Premio Internazionale di Archeologia Amedeo Maiuri. Infatti il suo direttore artistico Carlo Manfredi – di intesa con Rossella Scarico presidente di Pompei Lab (…a proposito ho scritto bene? Non si sa mai di questi tempi..) e la sua vice, Felicia D’Amora – ha raggruppato, tra i tanti titoli, proprio i tre che i relativi autori avevano dedicato espressamente a Pompei, già nel titolo.
Ve li presentiamo tutti e tre brevemente: il primo ha per titolo Breve storia di Pompei. Il libro è stato scritto a quattro mani da un archeologo e un archivista, Francesco Belsito e Pio Manzo, e stampato per i tipi di Francesco D’Amato Editore.
E in effetti il libro si dipana con brevità e con leggerezza nella trama antica e moderna di Pompei di cui descrive i personaggi più noti. In primis Bartolo Longo, che non ha bisogno di ulteriore nostra presentazione.
Poi Ludovico Pepe, amico e conterraneo di Bartolo Longo, oggi considerato il più grande storico pugliese moderno, autore di “Memorie storiche della Valle di Pompei”, volume dedicato alla storia della Pompei che, sopravvivendo alla eruzione Pliniana, è arrivata fino ai giorni nostri.
Il libro fu stampato nel 1887 dalla Scuola Tipografica Editrice Bartolo Longo a Pompei affidata dall’oggi Beato alla direzione di Ludovico Pepe per un quadriennio.
Il secondo libro della Trilogia dei Libri Lab, è “Pompei. I Misteri del Tempio di Iside. Le radici liquide della Terza Pompei” la cui copertina è riportata nel titolo dell’articolo insieme alla locandina diffusa da Pompei Lab.
L’editore è Flavius e l’autore è chi scrive, Federico L.I. Federico. Il libro narra a ritroso la storia di Pompei – con un artificio letterario insolito, affidato alla penna di architetto, scrittore e giornalista.
Partendo dai giorni nostri e procedendo a ritroso nel tempo, il lettore è condotto fino ad arrivare alla eruzione pliniana, distruttrice della Pompei Romana. Poi l’autore si spinge nell’epoca pre-romana fino a indagare la fondazione dell’arcaica Pumpaia osco-campana, descrivendone la avversata e, infine, repressa sopravvivenza nella storiografia pompeianistica.
E rasa come la vera puteale del pozzo lustrale isiaco del Tempio di Iside, alimentato da un tratto arcaico del canale detto poi Canale Sarno, a partire dal 1600, ma tramandato nella quasi totalitaria storiografia come opera idraulica di Domenico Fontana nella interezza del suo percorso.
Il terzo libro ha per titolo: “Pompei, mestieri e botteghe, duemila anni fa”. È scritto dal docente, scrittore e giornalista di Pompeianistica Carlo Avvisati e stampato dall’Editrice Scienze e lettere.
Il libro narra della Pompei Romana, la quale affrontò l’immane tragedia dell’eruzione pliniana soccombendo alla sua furia devastatrice. Di quella Pompei ricorda e descrive le botteghe che la popolavano e ove si muoveva una schiera laboriosa di schiavi, liberti, piccoli artigiani.
L’autore conduce il lettore a conoscere i nomi, i cognomi e i soprannomi di sarti, panettieri, attori, gladiatori, fabbri, muratori, prostitute, usurai e manutengoli che costituivano lo scenario umano e urbano della vita giornaliera di un centro romano del I secolo dopo Cristo, quale era Pompei, quando improvvisamente nel 79 d.C. – insieme a Ercolano, Oplontis e Stabiae – affrontò l’olocausto vesuviano e l’oblio del seppellimento vulcanico, che coinvolse in misura varia una vastissima zona dell’allora fiorente Campania Felix.