Echi e nuove crepe nel muro: Pompeii Echoes, il tributo allo storico live dei Pink Floyd

POMPEI. Era l’ottobre del 1971 quando i Pink Floyd si rinchiusero nell’Anfiteatro di Pompei assieme al regista Adrian Maben per registrare l’ormai leggendario Pink Floyd: Live at Pompeii.

A cinquant’anni da quell’iconico live (il film è stato presentato nel giugno del ’72) ci siamo rinchiusi in quella stessa arena per festeggiarne l’anniversario: è il 21 ottobre 2022 quando l’Anfiteatro si apre al pubblico per Pompeii Echoes, Max Gazzè-Immersive experience, un tributo quasi filologico, una celebrazione, una rievocazione, un modo di far rivivere.

Il concerto, nato da un’idea di Enrico Assante e prodotto da Magister Art, ha come protagonista e direttore artistico Max Gazzè. Assieme a lui una band di tutto rispetto: Federico Ciancabilla alla chitarra, Duilio Galioto alle tastiere, Max Dedo ai fiati ed alle chitarre, Cristiano Micalizzi alla batteria, Daniele Flaschi alla chitarra, Ilaria Graziano e Greta Zuccoli ai cori.

Pompei è un luogo eterno: fermo nel tempo a duemila anni fa eppure vivo, contemporaneo, pulsante. La stessa contemporaneità e la stessa eterna, immutabile bellezza di ciò che è stato, si possono ravvisare nell’intento di questo concerto-tributo.

Quattordici i brani riproposti dai musicisti, con l’intervento a sorpresa di Manuel Agnelli su alcuni di questi, per un concerto è quasi un omaggio ad uno dei concerti più mitizzati – a giusta ragione – della storia del rock.

La serata si prospetta sacrale: sacro è il luogo che accoglie l’evento e sacro è il live che si intende omaggiare, il tutto con l’ausilio della realtà aumentata (grazie al supporto di Tim) che si propone di sottolineare la solennità dell’evento con giochi di luce ed elementi iconografici.

Da questo punto di vista le cose non vanno esattamente così: è difficile prendere la connessione ed i pochi che ci riescono, riescono a godere della realtà aumentata per pochi minuti, con la visione costantemente interrotta.

L’evento è trasmesso in diretta streaming dalla piattaforma ItsArt e comincia alle 20.30, forse un po’ in sordina, ma impeccabile. Si risentono gli Echi a Pompei e da qui in poi i brani si susseguono composti, ma coinvolgenti, senza pause: One of these days, Set the controls for the heart of the sun, A saucerful of Secrets, tra i primi brani proposti.

Qualcuno sostiene che sia come una cover band di alto livello, ma in realtà è qualcosa di diverso, qualcosa che ha il potere di storicizzare, di posizionare definitivamente il Liive at Pompeii tra i film cult e di risuonarlo esattamente come si fa con la musica classica, perché certe composizioni sono eterne e non sono solo musica: sono storia, sono cultura, sono arte e bellezza.

La scaletta prosegue e l’intervento di Manuel Agnelli impreziosisce Time, Us and Them, The happiest days of our life, tra gli altri brani. Poi un coro di bambini (della scuola media “Della Corte” di Pompei, ndr) per l’inevitabile epilogo: “Hey, teachers, leave them kids alone!”, intonano. È finita.

Gazzè, Agnelli e gli altri musicisti, ringraziano il pubblico, un po’ compiaciuti ed un po’ emozionati. C’è un’altra crepa nel muro da stasera a Pompei.

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Nicoletta Severino

Nicoletta Severino

Danzatrice e coreografa, dirige la scuola di danza "Attitude" di Napoli. Proviene da studi filosofici e collabora con varie testate, trattando temi di attualità, di arte e di cultura.

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