Progetto Hub a Pompei, l’opposizione accusa: «Non c’è trasparenza»
POMPEI. Oramai abbiamo imparato, con la consuetudine, ad interpretare lo stile di opposizione targato Domenico Di Casola, che in alcune sue interrogazioni, l’ultima in corso per la gara d’appalto sul progetto Hub, pone domande di natura retorica, in quanto poste allo scopo (esclusivo o prevalente) di “smascherare” le reali intenzioni dell’avversario politico.
Nel caso specifico, Di Casola prima elenca la mancanza di trasparenza delle operazioni di presentazione, discussione e approvazione del progetto, a partire dalla campagna elettorale amministrativa, in cui, l’opinione a riguardo del suo antagonista (attuale sindaco di Pompei), non si discostava molto dalla sua.
Di fatti entrambi i politici, a capo di opposti schieramenti, ritenevano che quell’intervento non riflettesse interessi prioritari della città. Di Casola, nel suo ampio racconto, ha presentato come “prove” anche articoli di quotidiani locali.
In conclusione, dopo aver argomentato che l’Hub ha una motivazione di base “tradita”, perché non prevede più l’incrocio tra la linea ferrata Rfi e quella della Circumvesuviana in prossimità dell’ingresso al Parco Archeologico di Porta Marina, i consiglieri di minoranza (Calabrese, De Angelis, Di Casola e Robetti) hanno depositato la loro interrogazione premettendo la trasformazione urbanistica di via Plinio, via Roma e via Masseria Curato.
Una trasformazione con negativa ricaduta sul piano socio-economico, a causa degli espropri che comporterebbero l’impoverimento delle attività produttive del centro moderno e la conseguente svalutazione del loro valore immobiliare.
La suddetta progettazione sarebbe pervenuta all’approvazione senza coinvolgimento della comunità civile. Mancanza che, secondo i ricorrenti, dovrebbe incidere negativamente sulla validità del processo espropriativo.
Ne consegue la richiesta all’amministrazione comunale di formalizzare la sua posizione in merito ad «una viabilità confusa, incompleta, dannosa e che ostacola lo sviluppo turistico di via Plinio, impedendo che le aree prospettanti la strada e gli Scavi archeologici possano svilupparsi con servizi accessibili dalla strada».
Infine si vorrebbe sapere cosa ne pensano il sindaco di Pompei e la sua giunta «dell’impatto ambientale di fronte al tempio di Venere per la creazione di un “mostro” in sopraelevazione», formato dalla costruzione di una passerella pedonale sopraelevata, che oltre a collegare i binari delle due linee ferroviarie porterebbe anche all’ingresso degli Scavi.
A questo punto la domanda d’obbligo ai consiglieri interroganti è la seguente: “Che vi aspettate con questo vostro intervento, considerato che l’intervento urbanistico è oramai in fase esecutiva?”.
La risposta è stata: «Speriamo in un intervento tempestivo del Governo, considerato che è stata programmata la costruzione di una struttura pericolosa per la stabilità di un monumento archeologico nazionale».