Pompei era dotata di un’area portuale frazionata e complessa
POMPEI. Le indagini archeologiche del secolo scorso hanno chiarito che più che di porto vero e proprio, come lo intendiamo ai nostri tempi, esisteva nella valle di Pompei, ai piedi della collina dov’era stata fondata la città antica, dotata di templi, foro e ville dei notabili, un’area portuale frazionata e complessa.
È stato difatti individuato un vero e proprio pagus portuale, vale a dire un’articolata realtà attrezzata (marina e/o fluviale) sintetizzata con un termine latino che non ha un esatto corrispondente nella lingua italiana.
Parliamo di un territorio naturalmente delimitato, compreso tra l’ultimo tratto del corso del fiume Sarno, prima dello sbocco a mare, e la sua foce vera e propria, che non è stato mai esattamente individuato dai ricercatori, a causa dei mutamenti geomorfologici del territorio dovuti all’eruzione vesuviana del 79 d.C. e alla rettifica borbonica.
Su questo territorio si doveva essere formato nel corso degli anni un vero e proprio distretto portuale frequentato da un traffico notevole di merci e viaggiatori, senza contare gli addetti ai lavori locali.
Il Pagus portuale era anche attrezzato con alloggi e servizi. Si raggiungeva questo quartiere marittimo, sito fuori le mura, a sud di Pompei, grazie ad una strada lastricata che da Porta Stabia si dirigeva ai meandri meridionali del fiume.
Questo territorio ospitava anche edifici funzionali alla frequentazione del porto da parte di naviganti, operatori commerciali e viaggiatori. L’indagine archeologica ha messo in evidenza la presenza sul distretto di costruzioni identificate come magazzini.
Altri edifici, scavati in località Moregine nel dopoguerra e verso la fine del secolo scorso, sono stati attribuiti alla funzione ricettiva e suddivisi in due complessi distinti a seconda del target degli ospiti: un lussuoso hospititum riservato ai ricchi mercanti ed un intero isolato che comprendeva un complesso di cauponae frequentato da operatori di ogni tipo e Paese.
Sono state rinvenute anche tracce consistenti di un Santuario, che dato il luogo e l’usanza dell’epoca, doveva essere stato destinato al culto del dio Nettuno.
Il ruolo commerciale del fiume Sarno nell’economia antica di valle di Pompei è stato sintetizzato efficacemente da Strabone: “Pompei, verso il fiume Sarno che riceve carichi di merci e ne esporta, è il porto di Nola, di Nuceria e di Acerra”.
Se ne è parlato nel corso della conferenza “La villa B di Moregine” tenuta venerdì 4 novembre 2022 dal professore Salvatore Ciro Nappo (archeologo) presso l’Auditorium del Parco Archeologico di Pompei.