Pompei torna alla Natura con l’eco-pascolo: 150 pecore nell’area verde del sito
POMPEI. “Fare di necessità virtù”. Questa massima è, a quanto pare, alla base della filosofia di gestione del Parco Archeologico all’indomani delle iniziative di recupero e messa in sicurezza delle varie domus ed edifici pubblici con i fondi del Grande Progetto Pompei (Gpp).
Con gli eventi d’inaugurazione e le riaperture al pubblico, hanno beneficiato la valorizzazione degli Scavi, con incremento del numero dei turisti, e il rafforzamento dell’immagine di Pompei, nel ceto dei tour operator dei mercati internazionali.
È cambiata la scena, nel frattempo è cambiato anche il colore politico del Governo. Il ministro della cultura Dario Franceschini è stato avvicendato dall’ex direttore del Tg2, Gennaro Sangiuliano.
Poco dopo, sui social e nei comunicati stampa sono apparse immagini di pecore al pascolo nell’area verde della città antica di Pompei. A noi, che non siamo più molto giovani, quelle immagini hanno fatto tornare alla mente gli intervalli televisivi tra un programma e l’altro, quando i canali erano pochi e non esistevano i telecomandi.
Niente di tutto questo. È partita a Pompei una innovativa iniziativa che alla manutenzione del verde del Parco annette la diffusione di un messaggio di ecosostenibilità del verde che ha un valore educativo immenso ed universale.
Sappiamo tutti che un terzo dell’area del Parco Archeologico non è stato ancora scavato. Ora, al di sopra della cenere e del lapillo risiede una estesa vegetazione da manutenere.
L’idea originale è stata quella di tornare alle pratiche antiche con l’eco-pascolo di ovini. Con questa formula di manutenzione si abbattono i costi, s’impartisce una lezione di ecologismo, che non bastano mai, e s’incuriosiscono i futuri visitatori, che, forse, alcuni di loro, porteranno i bambini a guardare le pecore.
«A volte l’innovazione più grande è il ritorno alle nostre radici» ha commentato il direttore del Parco Archeologico Gabriel Zuchtriegel, spiegando che attraverso il recupero della più antica ed efficiente tecnologia di tradizione, la “Natura”, affronta in maniera sostenibile la gestione e manutenzione degli spazi verdi del sito.
Un accordo sperimentale per attività di eco-pascolo di ovini, della durata di 9 mesi, consentirà in maniera ecosostenibile e senza alcuna spesa per l’amministrazione del Parco Archeologico, il mantenimento delle superfici a prato, nel pieno rispetto delle caratteristiche naturalistiche delle aree, assicurando il contenimento delle malerbe e la concimazione naturale dei terreni.
Verrà da ora in poi praticato negli Scavi di Pompei un metodo alternativo ed efficace, che sfrutta la capacità delle greggi di ripulire e bonificare i prati, garantendo risparmio e, al contempo, influendo sull’impatto ambientale.
Le pecore non necessitano di energia elettrica quanto un macchinario, pertanto non comportano né costi aggiuntivi né inquinamento. Inoltre, l’erba tagliata in maniera industriale normalmente diventa un rifiuto da smaltire, mentre una pecora ingerisce l’erba che mastica e la “ricicla” fertilizzando il prato, che si arricchisce di materia organica e microrganismi, assicurando un presidio organico contro allagamenti e siccità.
In conclusione, la comunicazione del Parco Archeologico ha fatto sapere che è stato messo in campo un grande progetto di economia agraria, finalizzato alla gestione autosufficiente del grande patrimonio naturale di cui le aree archeologiche sono custodi e che ha tra gli obiettivi anche quello di far sì che queste attività produttive diventino motore di sviluppo economico locale, sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale e legale. Foto: Silvia Vacca. Fonte: Pap.