Accoltellò alla gola il collega: pizzaiolo di Pompei condannato a 8 anni in primo grado
POMPEI. Tentato omicidio nella cucina della pizzeria in via Sacra, arriva la condanna in primo grado. Il Collegio del Tribunale di Torre Annunziata – presidente Francesco Todisco – ha inferto 8 anni di reclusione ad A.D.S., il 23enne pizzaiolo di Pompei protagonista della scena da far west vissuta circa un anno fa nei locali di un nota pizzeria del centro cittadino di Pompei.
Il giovane era imputato per il tentato omicidio di un collega, A.C., 35enne di Torre Annunziata. La vicenda, a tinte fosche, bagnata dal sangue che ha sporcato di rosso vivo un grosso coltellaccio, si è svolta il 19 dicembre del 2021 quando, al termine di una lite scoppiata in cucina, la vittima fu accoltellata con brutale violenza.
Almeno due – secondo la ricostruzione degli inquirenti, ora suffragata pure dai giudici di primo grado – le coltellate inferte tra il collo e l’aorta. Il movente dell’aggressione sarebbe davvero folle: «Adesso vediamo se bestemmi più». Questo, infatti, fu il motivo che avrebbe spinto il giovane pizzaiolo ad accoltellare il collega. A raccontarlo ai poliziotti, subito dopo la scena da far-west, fu una testimone, terza dipendente della pizzeria.
Il proprietario del locale, A.G., al contrario non riuscì a vedere: era troppo presto, alle ore 18:15, in pizzeria non c’erano clienti. Gli elementi di prova a carico del giovane sarebbero stati comunque evidenti. Almeno secondo i giudici.
Per questo motivo, la pubblica accusa ha prima chiesto e poi ottenuto il rinvio a giudizio per un processo da svolgersi con rito alternativo. Ieri, la sentenza di condanna: 8 anni di galera e interdizione perpetua dai pubblici uffici.
L’aggressore, difeso in aula dall’avvocato Massimo Autieri, però rischiava ben altro. La richiesta del pm era infatti di 10 anni e 8 mesi di reclusione. La vittima, dopo le coltellate subite nel dicembre 2021, fu trasportata d’urgenza all’ospedale “San Leonardo” di Castellammare di Stabia, poi qui costretta a subire tre delicati interventi chirurgici.
A inchiodare il suo aggressore, sarebbero stati alcuni retroscena svelati ai poliziotti dalla testimone oculare del tentato omicidio: «È uscito fuori dalla cucina, aveva ancora il coltello in mano. Ha gridato “Cosa ho fatto? L’ho ucciso? Ho preso il coltello perché lui, in cucina, bestemmia Dio e la Madonna. La Madonna è come se fosse mia madre”».