La vista panoramica di Pompei antica dalla Torre di Mercurio

POMPEI. Così come la Pompei moderna ha il campanile del Santuario mariano che si erge nel centro, come emblema visibile della comunità cristiana che pratica la missione della Pace, la Pompei antica si avvale della Torre di Mercurio per regalare ai turisti uno sguardo panoramico dal suo punto più alto sul rinomato centro antico vesuviano.

È possibile accedere a gruppi contingentati su una delle più integre torri di guardia di Pompei che, agli inizi del I secolo a.C., furono inserite nella cinta muraria per migliorare il controllo della città contro invasioni nemiche.

La Torre di Mercurio (aperta al pubblico nel dicembre 2022) è il luogo più alto del sito da cui, attraverso una vista mozzafiato su tutto il settore nord-occidentale della città antica, se ne può comprendere la posizione strategica tra il Vesuvio, il mare e la valle del Sarno. La struttura si sviluppa su tre livelli, incluso il piano terreno. Presenta un ampio terrazzo merlato, che consentiva il camminamento della ronda lungo la cinta.

È stata interessata da un recente intervento di restauro e valorizzazione che sta interessando tutto il settore settentrionale delle fortificazioni di Pompei, al termine del quale sarà  possibile visitare anche il tratto superiore che univa la torre di Mercurio con la successiva.

In particolare i blocchi delle murature, costituiti da diversi materiali, lapidei e tufacei, hanno richiesto importanti interventi di conservazione e messa in sicurezza.

In quest’area sono stati inoltre riaperti due saggi già condotti nel 1927-29 da Amedeo Maiuri, allo scopo di sondare le fasi più antiche della fortificazione della città e il suo impianto urbanistico.

Particolarmente interessanti sono le tracce dei solchi delle macchine da guerra utilizzate per difesa durante l’attacco di Silla dell’89 a.C., emerse lungo il camminamento di ronda.

«Le indagini archeologiche, coordinate dal prof. Marco Fabbri dell’università Tor Vergata – ha spiegato il direttore del Parco Archeologico Gabriel Zuchtriegel – hanno mostrato che dove ora si trova la torre, fino al IV secolo a.C., c’era una porta della città, che fu poi obliterata».

«È un dato che apre prospettive di ricerca non solo sull’impianto urbano della Pompei più antica, ma anche sullo spazio all’esterno delle mura, perché sarebbe interessante capire dove questa strada portava e se, lungo essa, come era uso in antico, si trovavano delle tombe di quei periodi» ha aggiunto il direttore.

Pompei si dotò, già a partire dal VI secolo a.C., di una fortificazione, che fu rafforzata e integrata più volte nel corso del tempo fino al I secolo a.C. Esse non riuscirono a garantire protezione durante l’assedio di Silla, che portò alla presa della città e alla riduzione a colonia romana.

Proprio in questo tratto di mura tra Porta Ercolano e Porta Vesuvio sono visibili i segni dei proiettili lanciati dalle catapulte dell’esercito di Silla.

Nell’occasione vennero effettuati numerosi rifacimenti della cortina esterna, danneggiata nelle precedenti vicende storiche e, soprattutto, furono aggiunte al circuito delle fortificazioni una serie di torri di guardia, poste ad intervalli più o meno regolari, a cavallo della cortina.

Con il consolidarsi dell’autorità di Roma e il venire meno di pericoli esterni, la funzione difensiva delle fortificazioni andò diminuendo d’importanza e le mura acquistarono un valore monumentale ed urbanistico, piuttosto che strategico.

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Mario Cardone

Mario Cardone

Ex socialista, ex bancario, ex sindacalista. Giornalista e blogger, ha una moglie, una figlia filosofa e 5 gatti. Su Facebook cura il blog "Food & Territorio di Mario Cardone".

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