Dal Piano Marshall alla Sme: ecco “la vera storia del caffè sospeso”
POMPEI. Chi ha “inventato” il “caffè sospeso”, l’abitudine tutta napoletana, nata nel secondo dopoguerra, di lasciare una tazzina di caffè pagata per qualcun altro? E come si è diffusa prima nei migliori bar di Napoli e successivamente in tutto il vesuviano e anche in tutta la Campania?
Anzi, potremmo dire in tutto il mondo, perché il “caffè sospeso” sembrò mettere d’accordo tutti, e non c’era Guerra Fredda che tenesse: si estese in pochi anni dalla Russia agli Stati Uniti, dalla Spagna alla Francia, dal Belgio all’Irlanda, per arrivare addirittura all’Argentina (che con Napoli avrebbe condiviso anche tanto altro nei decenni successivi, ma questa è un’altra storia).
Che poi, diciamoci la verità: entrare in un bar, andare alla cassa e pagare, oltre che la propria, anche la tazzina di caffè di un altro cliente (quasi sempre) sconosciuto, è qualcosa che poteva succedere soltanto a Napoli.
Ma dicevamo: chi ha inventato il “caffè sospeso”, dunque? Un filantropo? Un nobile? Un annoiato borghese snob? Niente di tutto questo. E se vi dicessimo, invece, che nella nascita di questa usanza c’entrano addirittura il Piano Marshall e la Sme, la Società Meridionale Elettrica, antenata dell’Enel, ci credereste?
La soluzione di questo “mistero” probabilmente vi lascerà di stucco, ma non saremo certamente noi a raccontarla. Per conoscerla, dovete leggere “La vera storia del caffè sospeso (e altri racconti di vita vissuta)”, il libro scritto da Pasquale Sabatino, scrittore e artista pompeiano ma di chiare origini oplontine.
Sfogliando le 130 pagine circa del libro andrete alle radici di un’abitudine che ha reso il popolo napoletano famoso nel mondo, celebrata peraltro da scrittori, giornalisti, artisti e filosofi (da Luciano De Crescenzo a Riccardo Pazzaglia, per citarne alcuni).
L’autore, dall’alto dei suoi 87 anni ben portati, tra aneddoti e flashback nel passato, fruga nel cassetto dei ricordi e decide di tirare fuori una verità (o quantomeno la “sua” verità) che sembrava ormai dimenticata.
Una verità sbiadita e che rischiava di sparire, così com’è successo, nei decenni, alla tradizione stessa del “caffè sospeso”, travolta quest’ultima dalla deriva individualistica e dall’involuzione “social” della società post-moderna.
Sabatino nasce a Torre Annunziata nel gennaio del 1936 e, dopo aver lavorato per 38 anni nell’Enel in qualità di tecnico, una volta in pensione ha coltivato le sue passioni: la pittura e la scrittura, realizzando dipinti con prevalenza di “natura morta” (opera sua è anche la copertina del libro) e producendo racconti e poesie, sia in dialetto napoletano che in lingua italiana.
Il suo stile è semplice, ma diretto ed immediato: avvince il lettore, trasportandolo in un’atmosfera ricca di colori ed emozioni. La pubblicazione contiene racconti autobiografici estrapolati dall’opera “La mia vita” (in fase di pubblicazione) con un particolare approfondimento sulla storia del “caffè sospeso”.
Il libro coinvolge negli episodi narrati, grazie ad una descrizione attenta ed appassionata, capace di rievocare luoghi, stagioni, sapori e profumi di un tempo. Il lettore, così, potrà rivivere lo spirito e l’atmosfera di una realtà scomparsa, ma che vive ancora nel cuore di chi la ama.
Il volume è disponibile in tutte le librerie ed è già presente presso la libreria Gianburrasca di Pompei (via Lepanto 87), oppure è ordinabile on-line presso tutte le principali piattaforme (es. Amazon, ecc.), in formato cartaceo ed e-book.