Abbattuto un edificio abusivo di due piani a Pompei: un iter durato 24 anni
POMPEI. Giù un’altra costruzione illegale a Pompei, il cui iter giudiziario è durato quasi un quarto di secolo. Nei giorni scorsi, infatti, in via Crapolla II traversa, è stato abbattuto un edificio di due piani con tutte le sue fondamenta, per un totale di oltre 1.500 metri cubi di volumetria (abusiva) demolita.
Il manufatto abbattuto non era mai stato ultimato ed insisteva in un’area dichiarata di notevole interesse pubblico. Nel caso di specie si è data esecuzione ad una sentenza di condanna risalente addirittura all’anno 1999.
L’abbattimento è stato eseguito direttamente da parte del proprietario del manufatto abusivo in regime di autodemolizione, dunque senza anticipazione di spese da parte del Comune di Pompei e della Cassa Depositi e Prestiti.
La demolizione della costruzione illegale rientra nell’ambito dell’attività di contrasto al fenomeno dell’abusivismo edilizio, che costituisce una delle priorità dell’azione della Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Nella fattispecie è stata data esecuzione ad un ordine di demolizione emesso dal Tribunale di Torre Annunziata, sezione distaccata di Pompei.
Così è stato dunque possibile procedere allo smantellamento di un edificio abusivo, consistente in un manufatto di due piani in elevazione, per una superficie coperta di 224,12 mq. al piano terra, una superficie coperta di 189,75 mq. al primo piano, avente un’altezza complessiva dal piano di campagna di 6,62 metri ed un volume fuori terra di 1.460,27 metri cubi.
Inoltre si è proceduto alla demolizione della sua struttura di fondazione, costituita da una platea in conglomerato cementizio armato alta circa 50 cm, per cui la volumetria complessiva demolita ammonta a circa 1,527,51 metri cubi.
«L’esecuzione delle demolizioni delle costruzioni abusive disposte dall’autorità giudiziaria rappresenta, per la tutela del territorio, uno strumento insostituibile sia in chiave repressiva, per il ripristino delle condizioni ambientali violate, sia in chiave preventiva, per l’efficacia dissuasiva nei confronti dell’abusivismo edilizio» è il commento dalla Procura oplontina.