“Messa in prova” nel Parco archeologico di Pompei: «Bilancio positivo»
POMPEI. Il Parco archeologico di Pompei ha sperimentato positivamente l’assunzione di lavoratori di pubblica utilità presso i siti archeologici, sulla base di una convenzione del 2021 con il Tribunale di Torre Annunziata.
Il bilancio dell’esperienza per il Parco, il Tribunale e l’Ufficio di Esecuzione penale Esterna (Uiepe) è stato più che positivo. Sono 25 gli imputati inseriti in attività di pubblica utilità, che hanno reso possibile, grazie all’istituto della “messa alla prova”, la sospensione del procedimento penale mettendosi “alla prova” in una prestazione non retribuita di pubblica utilità.
La convenzione stipulata con il Parco Archeologico di Pompei è la prima del genere, relativamente al comparto di attribuzione. Dura cinque anni ed è rinnovabile.
Permette l’acquisizione di prestazioni lavorative funzionali ad un utile pubblico, in un contesto di valenza culturale e ricadute positive della rieducazione nell’assoggettamento alla pena.
Le persone accolte al Parco sono state assegnate nei diversi uffici (biblioteca, personale, comunicazione e, in particolare, manutenzione del verde) e nei siti archeologici di Pompei, Stabia, Boscoreale, Oplontis.
La procedura prevede una richiesta formale al Parco a cui segue un colloquio conoscitivo per definire le competenze in vista dell’assegnazione al compito da svolgere e al tutor di riferimento, le assicurazioni Inail e, al termine del servizio, una relazione sul lavoro svolto e la condotta mantenuta.
Gli ammessi al percorso lo hanno concluso positivamente insieme all’iter giudiziale. Si contano pochissimi casi di rigetto o sospensione delle candidature al Parco.
«Questo progetto – dichiara il direttore generale, Gabriel Zuchtriegel – si sta confermando quale iniziativa di grande valore per la comunità. Nel breve tempo presso le nostre strutture, che prevede non più di 4 ore a settimana per 6 mesi, o un anno al massimo, abbiamo riscontrato un grande coinvolgimento nelle attività proposte».
«È stato dimostrato – ha proseguito il direttore – che attraverso le istituzioni museali, si può avere un ruolo importante nelle attività di rieducazione e riabilitazione sociale, ma anche semplicemente di avvicinamento al patrimonio culturale».
«L’applicazione del lavoro di pubblica utilità quale sanzione sostitutiva della pena – dichiara il presidente del Tribunale di Torre Annunziata, Ernesto Aghina – costituisce una novità legislativa ormai affermatasi nel sistema processuale penale, che coniuga, alla riduzione del ricorso alla pena carceraria, la possibilità per il condannato di responsabilizzarsi e risocializzarsi, garantendo e alla collettività la percezione di un concreto “vantaggio” sociale».
«L’esperienza della convenzione per i lavori di pubblica utilità tra il Tribunale di Torre Annunziata e il Parco Archeologico di Pompei – dichiara il direttore dell’Uiepe per la Campania, Claudia Nannola – anche simbolicamente ci evoca che sperare nella bellezza permette di sondare lo spazio del cambiamento possibile».