Un elefante e 5 rondini giganti in piazza Bartolo Longo: la Cracking Art arriva a Pompei
POMPEI. Un elefante e cinque rondini giganti hanno fatto la loro improvvisa comparsa in piazza Bartolo Longo. Ma non c’è da preoccuparsi, anzi. In realtà questi simpatici e coloratissimi animali extra-large fanno parte di un’originale installazione artistica che farà compagnia ai cittadini e ai turisti di Pompei per due mesi, fino al 6 settembre 2023.
Si tratta dell’evento artistico dal titolo “Natura artificiale”, che rientra nel più ampio progetto della “Cracking Art”. L’iniziativa, promossa dal Comune di Pompei e a cui hanno collaborato l’artista Rosanna Battigaglia e l’associazione di volontariato Civitates, fa della città vesuviana (peraltro a pochi giorni dalla conclusione del Pompei Street Festival) un centro all’avanguardia nella sperimentazione artistica.
L’installazione tocca temi universali e di stretta attualità, tra cui il divario sempre più evidente tra essere umano e natura, il recupero e la rigenerazione della plastica, il progresso umano in rapporto alla sostenibilità ambientale.
I grandi animali realizzati da Cracking Art in plastica rigenerata e rigenerabile, hanno l’obiettivo di modificare la normale percezione di piazza Bartolo Longo, interagendo con gli elementi architettonici e naturali presenti sul luogo, nonché con tutte le persone che potranno liberamente fruire della loro presenza.
Il grande elefante rosso poggia il capo su di una delle palme dell’aiuola, quasi a simboleggiare un gesto di sostegno alla pianta che, nel contempo, rappresenta il contatto tra un elemento di natura con un elemento artificiale, in plastica, alla ricerca di un rinnovato equilibrio tra i due elementi. Un contatto in cui la memoria di ciò che siamo stati sia da guida per il futuro.
Uno stormo di 5 grandi rondini ha invece eletto a suo nido la grande fontana di piazza Bartolo Longo, alla ricerca di quel fondamentale elemento che permette la vita: l’acqua. La rondine, animale noto per le sue continue migrazioni, cerca il luogo e le condizioni migliori che permettano la vita. Nasce qui l’auspicio che i cambiamenti climatici non le costringano a spostarsi.
La Cracking Art nasce nel 1993 con l’obiettivo di cambiare la storia dell’arte attraverso un forte impegno sociale e ambientale che, unito a un innovativo uso dei materiali plastici, evoca la stretta relazione tra natura e realtà artificiale.
Il concetto stesso di “rigenerazione” anima la storia artistica del movimento fin dalle sue origini. La plastica, materia d’elezione del progetto, è dotata della proprietà, virtualmente eterna, di essere triturata e rimodellata in altre sculture.
Il movimento Cracking Art fonda le sue realizzazioni sul dialogo con lo spazio urbano e architettonico tramite progetti di installazione appositamente ideati e ricerca l’interazione tramite il contatto empatico e il coinvolgimento del pubblico, invitato a essere parte attiva dell’installazione diretta con le opere.
Dalla sua nascita ha realizzato più di 500 installazioni in tutto il mondo, tra le quali spiccano le tre partecipazioni ufficiali alla Biennale di Venezia (2001, 2011 e 2013), l’installazione tra le guglie del Duomo di Milano nel 2012 e le mostre al Museo di Arte Moderna di Indianapolis (Usa), al Kampa Museum di Praga (Repubblica Ceca) e ai Musei Reali di Torino.