Napoli, i colori ed i sapori in un concerto dei Marlene Kuntz

NAPOLI. Questo articolo è di parte, lo dico subito. I Marlene Kuntz, band alternative rock cuneese, sono stati una parte importante della mia adolescenza musicale.

Sulla parete di camera mia avevo scritto con un rossetto rosso carminio che adoravo “Come girano i colori ed i sapori nella vita vera? Qui per ora è nero come angoscia e amaro come fiele”. Versi che chiudevano il brano Ineluttabile (che per fortuna non è mancato nella scaletta del concerto di cui mi accingo a raccontare) e che dell’adolescenza, e non solo di essa, dicevano tutto.

Inoltre quello dei Marlene Kuntz è stato il mio primo “vero” concerto nei tormentati anni delle giovinezza. Chi è stato adolescente attorno alla metà degli anni ’90 e si è aggrappato al post grunge come ad un’ancora di salvezza, capirà.

Veniamo al concerto: venerdì 7 luglio 2023, ex base Nato, Napoli, sono stanchissima, ma i Marlene non li perderei per nulla al mondo. L’opening della serata è affidato ai Sula Ventrebianco, band partenopea che si rivela una gran bella scoperta: esistono ancora band che suonano veramente e che fanno musica in Italia, negli anni in cui la musica suonata sembra non farla più nessuno, e la suonano veramente come si faceva una volta. Siano lodate le band che suonano ancora.

Dopo di loro i Marlene Kuntz prendono possesso del palco e propongono integralmente il loro ultimo album, Karma Clima, un concept album (altra cosa che non esiste più nell’era della musica usa e getta), in cui si tratta di crisi climatica e sostenibilità, argomenti cari ai Marlene, che però la penna inconfondibile di Cristiano Godano (vocalist ed autore dei brani della band), riesce a trattare in maniera poetica ed introspettiva.

L’album ha tra l’altro una genesi particolare essendo il frutto di alcune residenze artistiche che i membri del gruppo hanno tenuto nel cuneese in sinergia con cooperative attive sul territorio, al fine di sensibilizzare riguardo i temi del cambiamento climatico e di riqualificare il territorio. Onore al merito. Anche perché chi si prende ancora la briga di trattare temi sociali nelle canzoni? Chi fa ancora musica che veicoli un messaggio?

Soprattutto: chi fa ancora musica per dire qualcosa di serio, pesante, importante, con l’intento di far riflettere e non evadere, di essere volutamente greve e non leggero, allarmante e non conciliante, con tutto il rischio che questo comporta?

La prima parte del concerto scorre così, tra temi che dovrebbero toccare tutti e che sono ordinariamente ignorati, ma ai quali il pubblico dei Marlene Kuntz risulta particolarmente sensibile (ci si sceglie del resto), e riesce magistralmente a fondere l’esperienza artistica con l’impegno sociale.

Perché sì, è sempre bello pensare che l’arte abbia il potere di cambiare e migliorare il mondo. La seconda parte del concerto, invece, per me significa tornare per un po’ ad avere 15 anni e ritrovarsi di colpo in quel meraviglioso mondo underground italiano degli anni ’90 di cui i Marlene Kuntz sono stati i padri putativi.

Tutti i membri della band lasciano il palco tranne Cristiano Godano (voce e chitarra) e Riccardo Tesio (chitarra), membri originali del gruppo assieme al compianto Luca Bergia (batteria), venuto a mancare lo scorso marzo. È proprio al compagno di musica di una vita che i due dedicano Nuotando nell’aria, brano cult dei Marlene Kuntz, commuovendo il pubblico. Si apre così un set acustico con pezzi che hanno fatto la storia del rock alternativo italiano.

Tornano poi sul palco Davide Arneodo (tastiere), “Luca Lagash” Saporiti (basso) e Sergio Carnevale (batteria). I brani suonanti sono tanti ed ognuno in questa seconda parte del concerto è legato ad un ricordo: L’abbraccio, La canzone che scrivo per te, E poi il buio, la meravigliosa Ineluttabile, Musa.

Ma a mezzanotte la musica dove finire e molti sono i brani di cui si sente la mancanza. Del resto i Marlene Kuntz sono una band con una storia trentennale e con una ricca discografia alle spalle, una scaletta è sempre una scelta e qualche brano resta fuori inevitabilmente. Come girano i colori ed i sapori nella vita vera? Qui per ora è come dopo un concerto dei Marlene Kuntz. Foto: Francesco D’Auria.

Nicoletta Severino

Nicoletta Severino

Danzatrice e coreografa, dirige la scuola di danza "Attitude" di Napoli. Proviene da studi filosofici e collabora con varie testate, trattando temi di attualità, di arte e di cultura.

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