Presentato al Comune di Pompei il libro Gauche Caviar di Fulvio Abbate e Bobo Craxi
POMPEI. Dobbiamo all’iniziativa dell’assessore pompeiano di Italia Viva, Marcello Lala, formatosi politicamente nel partito socialista di Bettino Craxi, l’iniziativa del dibattito sul libro “Gauche Caviar” di Fulvio Abbate e Bobo Craxi.
Il titolo si riferisce alla sinistra radical chic. Un modo originale di intitolarle l’insegna di un chiringuito (praticamente uno chalet) che i due autori avrebbero intenzione di inaugurare su una spiaggia della Tunisia.
Il progetto per l’apertura del capanno-bar sulla sponda africana del Mediterraneo è stato assunto alla base di una conversazione arguta e irriverente e, soprattutto, libera da lacci ideologici, anche perché per la sinistra non c’è più nulla da perdere per un ex comunista (Abbate) ed un socialista disincantato (Craxi).
Il testo contiene una conversazione in chat sui più svariati temi di attualità e cultura che ruotano intorno alla tematica residuale di una fazione della politica italiana ancorata allo spirito d’ironia, considerato che è venuto a mancare il gusto del confronto di idee.
Il libro mancava di un quesito a cui rispondere e di conseguenza ha puntato tutto sul progetto del chiringuito che sarà stato considerato l’unico espediente rimasto allo scopo di tenere aperta una libera conversazione.
Il dibattito avviato sul libro in questa primavera, a piazza Navona (a Roma) è rimbalzato a fine estate nella sala del consiglio comunale di Pompei. Ne consegue che Craxi jr. e il suo socio di chiringuito hanno altri sei mesi per rimuginare sul progetto e magari scrivere un secondo libro.
Nel frattempo dobbiamo lodare l’iniziativa di Marcello Lala (peraltro non pubblicizzata dal Comune) che da organizzatore-moderatore ha formato un tavolo di discussione in cui vari personaggi (locali e non) sono partiti dal libro per argomentare sull’attualità politica che stava a cuore ad ognuno di loro.
Il sindaco Lo Sapio ha ripreso (tanto per cambiare) la querelle col suo più ostinato avversario politico (Di Casola) anche perché gli altri se li è tirati quasi tutti dalla sua parte, commentando la sua abitudine di portare il confronto fuori dai binari istituzionali, preferendo l’arma della denuncia a Prefettura e Magistratura a quella del confronto dialettico.
L’onorevole Ettore Rosato, presidente nazionale di Italia Viva, ha da parte sua illustrato l’importanza strategica della mediazione che viene tradizionalmente affidata alla forze di centro nell’ambito dell’arco politico nazionale.
Ha ammesso, senza mezzi termini, di essere un democristiano per formazione e convinzioni politiche, mettendo in risalto il valore pragmatico della mediazione nella soluzione dei problemi di governo a vari livelli, rendendo un grande servizio al Paese al di fuori della convenienza elettorale.
La crisi di Sigonella, noto caso di politica internazionale che contrappose l’Italia agli gli Stati Uniti con l’atteggiamento autonomo e risoluto dell’allora presidente del consiglio italiano Bettino Craxi, è stata citata come esemplare da Giulio Di Donato, che l’ha confrontata allo scadimento oggettivo della politica estera del governo Meloni, dai flop sull’accordo sui migranti sul versante tunisino alle risibili alleanze politiche con Orban e compagni nel Parlamento Europeo.
Una riprova che la politica non appassiona più come una volta e che era necessaria l’ironia come ultima spiaggia (appunto quella tunisina) per salvare il socialismo, arriva indirettamente dal contributo al dibattito nella testimonianza di Emilia Elefante, giovane presidente della formazione pompeiana di Italia Viva.
Le tematiche trattate nel libro di Abbate e Craxi fanno riferimento ad avvenimenti anteriori alla generazione dei trentenni che, in molti casi, preferisce impegnarsi nel volontariato che risolve problemi di vita sociale concreta, senza rinvangare questioni antiche che si preferisce leggere nei libri di storia.