Detenuti potranno svolgere lavori di pubblica utilità negli Scavi di Pompei
POMPEI. Reduce dall’esperienza positiva, tuttora in corso, che vede il Parco archeologico di Pompei già sede per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità per imputati non ancora sottoposti a processo, l’ente archeologico si apre ad una più ampia forma di inclusione sociale.
Infatti, attraverso il protocollo d’intesa firmato nei giorni scorsi dal Parco con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – Casa Circondariale “Giuseppe Salvia” di Poggioreale, il Tribunale di Sorveglianza di Napoli e il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, si consentirà ai detenuti di prestare attività di lavoro di pubblica utilità, non retribuita, presso i siti archeologici del Parco.
Alla presentazione dell’accordo e alla firma del protocollo (avvenuta il 16 ottobre 2023 presso l’Auditorium degli Scavi) sono intervenuti: il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel; il direttore della Casa circondariale di Poggioreale, Carlo Berdini, il Garante regionale dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello e il Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Napoli, Patrizia Mirra.
Sono intervenuti anche il Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria Campania, Lucia Castellano e il Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo. Si tratta della seconda convenzione in materia di svolgimento dei lavori di pubblica utilità non retribuita presso siti archeologici, di cui il Parco è pilota nell’esperienza.
L’obiettivo comune, sia all’amministrazione penitenziaria, sia al Parco, è quello di favorire il reinserimento occupazionale e sociale dei soggetti sottoposti a procedimenti penali e rendere la detenzione un’occasione di formazione e recupero, sfruttando la straordinarietà dei luoghi di cultura come ulteriore elemento di stimolo verso la riabilitazione personale e professionale.
I soggetti saranno individuati, in un numero massimo di 5 l’anno, tra coloro che hanno manifestato nel corso della loro pena una buona condotta, a cura di un’apposita commissione composta da figure professionali delle diverse istituzioni sottoscriventi l’accordo.
Il programma potrà interessare diversi ambiti di attività, a seconda delle competenze e attitudini del singolo soggetto: dalla manutenzione del verde, al supporto più generale alla manutenzione ordinaria del sito ad attività di digitalizzazione e archiviazione documentale presso gli uffici amministrativi e prevederà un corso di formazione, anche in materia di sicurezza e protezione, propedeutico all’inizio dei lavori.
Le attività si svolgeranno in maniera continuativa, il che consentirà l’effettiva acquisizione di competenze lavorative che potranno essere sfruttate dal detenuto al termine della pena, per un effettivo reinserimento nel mondo del lavoro.
La Casa circondariale si impegnerà nel garantire la sorveglianza in situ, dei soggetti ammessi allo svolgimento dei lavori di pubblica utilità e alle coperture assicurative di legge. Il protocollo ha una durata di due anni, eventualmente rinnovabile.