Perché un dente devitalizzato fa ancora male?
POMPEI. Perché un dente devitalizzato fa ancora male? Non dovrebbe essere privo di sensibilità? In una situazione del genere è possibile (o addirittura necessario) intervenire chirurgicamente per risolvere il problema?
Sono le domande che sicuramente si sarà posto chi, pur ricorrendo alla devitalizzazione, ha provato ancora dolore al dente oggetto del trattamento. Eppure è una situazione che può verificarsi abbastanza facilmente, quindi non bisogna sorprendersi, né spaventarsi. Ne parliamo con il dottor Fausto D’Ermo, medico odontoiatra, che ci illustra cosa fare in questi casi.
Dottore, partiamo proprio spiegando cosa significa devitalizzare un dente e quando bisogna ricorrere a questo trattamento.
«Un dente devitalizzato, o trattato endodonticamente, è un dente che ha subito un trattamento endodontico, comunemente noto come “canalizzazione” o “devitalizzazione”. Questo trattamento è necessario quando il tessuto interno del dente, chiamato polpa dentale, diventa infiammato o infetto a causa di carie profonde, traumi o altre condizioni dentali. Sintomi come dolore, gonfiore o sensibilità estrema possono indicare la necessità di tale trattamento».
Come avviene la devitalizzazione di un dente?
«Si fa un piccolo foro nella corona del dente per accedere alla polpa infiammata o infetta. Quindi, si rimuove delicatamente la polpa e si pulisce l’interno del dente per eliminare batteri, residui e detriti. Il dente viene poi “riempito” con un materiale biocompatibile per sostituire lo spazio vuoto lasciato dalla polpa. Ciò previene ulteriori infezioni. Infine il foro praticato nel dente viene sigillato con un riempimento temporaneo o permanente, a seconda del caso. Naturalmente il trattamento avviene in anestesia locale».
Adesso sveliamo l’arcano: perché un dente “devitalizzato” in questo modo può fare ancora male?
«Può sembrare strano, ma un dente devitalizzato, anche se dovrebbe teoricamente essere privo di sensibilità e dolore perché la polpa è stata rimossa durante il trattamento endodontico, può fare ancora male. Ciò può derivare da diverse ragioni».
Quali sono le principali?
«Ad esempio, può verificarsi un’eventuale infezione residua o recidiva nei canali radicolari del dente, magari perché il dente non è stato sigillato correttamente durante la devitalizzazione. Possono anche sopraggiungere complicazioni post-trattamento come infiammazione, irritazione o infezione dei tessuti circostanti, come le gengive. Da ricordare anche che un dente devitalizzato potrebbe diventare più fragile e soggetto a fratture, che causano dolore quando si applica pressione al dente o quando si masticano cibi duri. A volte, il dolore percepito in un dente devitalizzato potrebbe in realtà provenire da un dente adiacente che ha problemi come carie o infezioni».
Cosa si fa in questi casi?
«Il ritrattamento di un dente devitalizzato, noto anche come “ri-trattamento endodontico”, è un procedimento che prevede la rimozione del materiale di riempimento precedente e la successiva pulizia e sigillatura dei canali radicolari».
È possibile intervenire chirurgicamente? E quando è necessario?
«Sì, in alcuni casi è possibile intervenire chirurgicamente su un dente devitalizzato. Questa procedura, nota come apicectomia o chirurgia apicale, è un intervento chirurgico minore che viene eseguito, in anestesia locale, per trattare problemi persistenti o ricorrenti associati a un dente devitalizzato. L’apicectomia è generalmente considerata quando il ritrattamento endodontico non è una soluzione appropriata o non è possibile». Fonte foto: Freepik.
Info:
Studio Odontoiatrico Dr. D’Ermo Fausto
Pompei – Via Parroco Federico 27
Tel. 3381114128