Si chiama “Ringhio” il robot rover che monitora le domus di Pompei

POMPEI. Il Parco archeologico ha annunciato sui social la partenza della seconda campagna di indagini dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) a Pompei. Viene accompagnato da una foto che presenta un robot come esclusivo presidio alla sicurezza del sito ma, allo stesso tempo, unica forma di vita in un paesaggio caratterizzato da una solitudine lunare.

Grazie ad una convenzione di ricerca fra il Parco archeologico di Pompei e l’IIT è stata avviata un’attività di ricerca per lo sviluppo di un’unità autonoma dotata di intelligenza artificiale. Si propone come sentinella solitaria a tutela dello stato di salute in cui versa il patrimonio archeologico ad ogni intervallo prefissato.

Toccherà a “Ringhio”, il robot incaricato di analizzare ogni forma di anomalia, difetti e/o danni. Un domani non molto lontano Ringhio detterà anche la terapia per curare questi mali. Il robot impiegato da IIT per “testare” gli Scavi di Pompei è un prototipo di rover dalle limitate dimensioni.

È in grado di “navigare” attraverso le strade e dentro le domus di Pompei. I responsabili scientifici per l’IIT sono Ferdinando Cannella, coordinatore della Industrial Robotics Facility di IIT e Arianna Traviglia, coordinatrice del centro Ccht.

A noi la solitudine raffigurata sui social in occasione della presentazione del cane-robot Ringhio, più aggressivo di quello che ispira il “Cave Canem” a difesa della casa del Poeta Tragico a Pompei, induce ad interrogarci sul ruolo futuro dei funzionari ministeriali addetti alla tutela e alla sorveglianza del sito, quando saranno alternativi ai colleghi-robot nella sorveglianza al patrimonio culturale vesuviano.

Mario Cardone

Mario Cardone

Ex socialista, ex bancario, ex sindacalista. Giornalista e blogger, ha una moglie, una figlia filosofa e 5 gatti. Su Facebook cura il blog "Food & Territorio di Mario Cardone".

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