Casa del Frutteto, Domus dei Ceii e tempio di Iside: tre edifici da non perdere a Pompei
POMPEI. Il Parco archeologico di Pompei ha fatto sapere che dal 5 settembre 2023 sono aperte tutti i giorni la Casa del Frutteto e la Casa dei Ceii, due delle domus pompeiane più ricche di fascino. Dal 28 settembre, invece, è riaperto anche il Tempio di Iside.
La Casa del Frutteto a Pompei è una domus immersa nel verde grazie ai meravigliosi affreschi che caratterizzano le stanze da letto. Scavata parzialmente nel 1913 e poi nel 1951, è tornata visitabile dopo il recente restauro, completato a inizio 2020. Raffinatissime sono le pitture dei cubicola, in cui una vegetazione degna di un “paradiso terrestre” avvolge il riposo degli antichi abitanti di questa dimora, che conserva uno dei più begli esempi di pittura da giardino rinvenuta in città (che solitamente era riservata solo alle stanze di rappresentanza).
Alcuni ambienti sono arricchiti da un verde lussureggiante e da motivi prettamente egittizzanti, con riferimenti alla dea Iside. Inoltre si possono ammirare limoni e corbezzoli, piante da frutto, ornamenti da giardino e un albero di fico a cui è attorcigliato un serpente, simbolo di prosperità e ricchezza.
La Casa dei Ceii, scavata tra il 1913 e il 1914, rappresenta uno dei rari esempi di dimora antica di età tardo-sannitica (II secolo a.C.). La proprietà della domus è stata attribuita al magistrato Lucius Ceius Secundus, sulla base di una iscrizione elettorale dipinta sul prospetto esterno della casa. La facciata della domus è un esempio dell’aspetto severo che doveva avere una casa di livello medio d’età tardo sannitica (II secolo a.C.).
Nella Casa è stato riproposto parte dell’allestimento originario della dimora, con la ricollocazione del tavolo in marmo e della vera di pozzo nell’atrio, dove è anche visibile il calco di un armadio e il calco della porta di accesso della casa. Nella cucina, invece, è visibile una piccola macina domestica.
La parete di fondo del giardino della Casa dei Ceii, infine, è ornata da un grande affresco (il cui restauro è terminato nel 2021) con una scena di caccia con animali selvatici, assieme alle scene di paesaggi egittizzanti, popolati di pigmei e animali del delta del Nilo raffigurati sulle pareti laterali.
Il tempio di Iside di Pompei si trova nel quartiere del Teatro Grande, centro della tradizione ellenistica. L’Iseo pompeiano fu scavato nella prima fase borbonica e venne ritrovato quasi integro perché era stato restaurato dopo il terremoto del 62 d.C. ed è risultato essere attivo fino all’eruzione del 79. La sua costruzione è del 150 a.C. mentre la ristrutturazione è testimoniata dalla lapide posta al suo ingresso, che ricorda la ricostruzione post-terremoto da parte di Numerio Popidio Celsino.
Le pitture del portico riproducono la processione di Iside nell’uso egiziano del Navigium-Isidis della festa del 5 marzo alla protettrice della navigazione. Una curiosità: Mozart, nel suo secondo viaggio in Italia, visitò Pompei ed il Tempio d’Iside, ricco di suggestioni massoniche: quest’ultimo fu poi citato nelle scenografie de “Il flauto magico” per la prima rappresentazione tenutasi a Vienna nel 1791