L’attività di conservazione e restauro di Pompei nel racconto di Elena Gravina
POMPEI. L’attività di conservazione e restauro del Parco Archeologico di Pompei si è evoluta nel tempo, sia per motivi organizzativi che per innovazione delle tecnologie a disposizione del restauro e conservazione archeologica.
L’intervista rilasciata sui social, per la rubrica Humans of Pompeii, dal funzionario di conservazione e restauro, Elena Gravina, responsabile di area della Regio VI, della Villa di Poppea a Oplontis e di Villa Regina a Boscoreale, esemplifica l’attività di tutela e conservazione della “Grande Pompei” assegnata ad un funzionario restauratore.
La notizia principale attiene all’apertura di un cantiere di scavo ad Oplontis. Prevede indagine, studio e ricerca. In conclusione si tratta di probabili emozionanti scoperte su versanti ancora inesplorati della famosa villa di Poppea.
Particolarmente interessante, tra i compiti a cui è preposta la dottoressa Gravina, la gestione del progetto di ricerca finanziato dall’Unione Europea: RePair “Reconstructing the past: Artificial Intelligence and Roboticsmeet Cultural Heritage” che prevede l’impegno di un team interdisciplinare, coordinato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia, per l’attivazione di una tecnologia di intelligenza artificiale in grado di ricomporre coi frammenti a disposizione i puzzle dei grandi affreschi.
Attualmente si sta lavorando alla decorazione della Casa dei Pittori nell’Insula dei Casti Amanti, dove è in corso il puzzle-solving dell’edificio di Casina Rustica, recentemente ristrutturato con fondi europei.
«Pompei – commenta la Gravina – cambia continuamente. Quando presi servizio erano attivi i cantieri del Grande Progetto Pompei. Adesso che non si lavora più sull’emergenza, è possibile concentrarsi su interventi di restauro per il miglioramento della fruizione con nuove strategie di conservazione».
La conclusione è che non bisogna dimenticare che le scelte di progettazione, metodologiche, tecnico-operative, di ricerca, hanno incidenza sulla conservazione del patrimonio archeologico di Pompei. Foto: Silvia Vacca.