Di Casola chiede “il conto” del flop del concerto di beneficenza “Pompei per Odessa”
POMPEI. Ha creato molto scalpore a Pompei la notizia dell’incasso deludente di uno spettacolo di beneficenza (il Concerto di Natale “Pompei per Odessa”, ndr) organizzato dal Comune di Pompei per le festività natalizie. Si dovrebbe ora contribuire alla ricostruzione della cattedrale di Odessa, bombardata dai russi, con solo 3.382 euro. Tale è stato l’incasso di un concerto musicale costato alle casse comunali 230mila euro.
Il consigliere comunale di maggioranza, Stefano De Martino, è stato il primo a criticare pubblicamente e con molta durezza l’iniziativa, pur ribadendo la sua fedeltà al mandato elettorale. Non ha usato mezzi termini. Ha definito la manifestazione per Odessa «il concerto dell’ipocrisia».
Conseguentemente la minoranza ha girato il coltello nella piaga, denunciando una scelta politica e organizzativa che Di Casola ha definito «a dir poco scellerata», dal momento che sarebbe stato «evidente fin dal primo momento che si trattava di un evento dispendioso, non consono ai fini della beneficenza».
Ora Di Casola chiede al sindaco di Pompei Lo Sapio e all’assessore Lala «come sia stato possibile organizzare un concerto di beneficenza dal costo di 230.000 euro per ricavare 3.382 euro, come attestato dal dirigente Petirro nella nota di risposta al consigliere comunale Veglia».
Inoltre, il capogruppo di minoranza ha chiesto come si spiega che sia stato affidato l’incarico «ad una società il cui amministratore unico ha rapporti con l’assessore Lala, per non parlare del rapporto diretto di Lala con gli artisti americani, costati alla città di Pompei 200mila euro».
«Come mai – si domanda Di Casola – non sono stati ingaggiati artisti meno costosi e molto più conosciuti al grande pubblico? Spendere 230mila euro per un concerto di beneficenza e donarne 3mila alla comunità di Odessa è compatibile (come richiamato negli atti) con la finalità di beneficenza del concerto?» argomenta Di Casola.
Spiega nella sua interrogazione che per il concerto “Pompei per Odessa”, come si apprende da una nota del dirigente Petirro, che «dei 500 biglietti messi in vendita ne sono stati prenotati solo 52, con un incasso lordo pari ad euro 3.382». Ora Di Casola ha chiesto anche notizie su presunti incassi di donazioni elargite dagli spettatori che avrebbero usufruito di biglietti invenduti al botteghino e riservati all’amministrazione.
A riguardo chiede: «Come è stato possibile regalare il 90% dei biglietti all’amministrazione comunale se ne era stato preventivato un ricavato di beneficenza? Le donazioni sono pervenute effettivamente e, in caso affermativo, sono state rendicontate? Qual è il numero di conto, a chi è intestato e quale somma sarà bonificata in beneficenza (specificando le singole donazioni percepite)?».
Di Casola intende anche sapere se il sindaco di Pompei ha valutato di revocare la nomina di assessore all’avvocato Marcello Lala, «nell’ipotesi in cui non lo abbia informato del (presunto, nda) conflitto di interesse intercorrente tra lo stesso e la società che avrebbe ingaggiato gli “artisti d’oro” (oltre al rapporto personale dei cantanti e musicisti con l’assessore di Italia Viva) per un importo oggettivamente esoso rispetto alle aspettative».
Alla fine della storia resta «un forte danno economico e di immagine per Pompei». Lo ha ammesso pubblicamente Stefano De Martino (della componente di maggioranza) ed è girata insistente la voce che diversi suoi colleghi sono del suo stesso parere, anche se non lo hanno dichiarato pubblicamente.
In conclusione Di Casola ha chiesto al sindaco quali provvedimenti intende adottare nei confronti del dirigente Petirro che, secondo lui, avrebbe svolto «un’istruttoria insufficiente, considerato che una semplice visura ed una accurata indagine preliminare, prima dell’affidamento dell’incarico agli artisti del Concerto di Natale, come quella svolta dalla minoranza politica di Pompei, avrebbe evitato tale scempio».