La Polizia sequestra un ristorante nel centro di Pompei
POMPEI. La Polizia ha sequestrato un noto ristorante nel centro storico di Pompei. L’azienda ristorativa, secondo quanto emerso dalle indagini, continuava ad operare benché priva di licenza, precedentemene ritirata dal Comune di Pompei per motivi igienico-sanitari.
Per questo stamattina gli agenti del Commissariato di Polizia di Stato di Pompei, coadiuvati da personale della Polizia Municipale, hanno proceduto al sequestro del ristorante situato nella centralissima via Roma a Pompei. Il decreto di sequestro preventivo è stato emesso dal Gip del Tribunale di Torre Annunziata su conforme richiesta della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, guidata dal procuratore Nunzio Fragliasso.
Il provvedimento di sequestro del ristorante, situato a brevissima distanza dal Santuario ed a poche decine di metri dall’ingresso agli Scavi di Porta Anfiteatro, è arrivato al termine di un’attività di indagine, effettuata dalla Polizia di Pompei con il coordinamento della Procura oplontina.
Le indagini hanno consentito di accertare che l’attività di ristorazione andava avanti sebbene il Comune di Pompei avesse sancito la decadenza dal titolo abilitativo all’esercizio dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande per la proprietà, con la conseguente cessazione dell’attività e chiusura del ristorante.
Il provvedimento comunale era stato preso sulla base di ragioni igienico-sanitarie. Alla base del sequestro del ristorante avvenuto stamattina c’è la condotta della persona indagata, che avrebbe continuato ad esercitare l’attività di ristorazione in violazione del provvedimento inibitorio del Comune e in assenza del titolo autorizzativo.
Secondo la Procura, infatti, vi sarebbero fondati motivi per ritenere che la libera disponibilità dell’esercizio commerciale possa aggravare o protrarre le conseguenze del reato e agevolarne la reiterazione. Il reato per cui procede la Procura è previsto e punito dall’art. 650 del codice penale (inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità) stante la reiterata inottemperanza all’ordine impartito dal Comune di Pompei.