A Pompei gli Stati Generali del Sud, per parlare di Autonomia differenziata e Questione meridionale

POMPEI. A trent’anni dalla vera e propria “pandemia politica”, generata dalla discesa in campo di Berlusconi che ha trasformato la politica italiana, è stata rilanciata la Questione Meridionale, ignorata da tutti i partiti politici, per arginare la crisi delle aree interne e il depotenziamento dei servizi pubblici soprattutto nel Sud Italia.

L’iniziativa di del 26 gennaio scorso a Pompei è lodevole, anche se le uniche proposte che abbiamo ascoltato riguardano l’alleanza organica tra le regioni meridionali, oltre alla ripresa dell’iniziativa che dovrebbe escludere tutti i partiti politici (anche se poi erano stati invitati al convegno sindaci ed amministratori meridionali) e dare protagonismo alle associazioni locali.

È indubbio che un impulso forte all’iniziativa prospettata è data dalla determinazione con cui sta avanzando l’iter della legge Calderoli sull’autonomia differenziata.

Dopo tanto silenzio ed apatia generale (anche perché si tratta di materia di tecnica finanziaria di non facile comprensione) ora si sta premendo sull’acceleratore per contrastare una proposta di legge che viaggia sui binari della crisi del sistema sanitario nazionale.

La decisione di attivare una protesta meridionale sulla qualità (scadente) e costi (inadeguati ai finanziamenti) dei servizi per i cittadini appare propositiva. Bisognerebbe, però, presentare una serie di proposte organiche con cui “armare” la mobilitazione meridionale, considerato che le lamentele, da sole, non portano a nulla.

Lo spopolamento delle aree interne e la riproposizione della centralità della questione meridionale è stato il tema che ha animato a Pompei il dibattito, seguito da qualche centinaio di ospiti (sindaci, amministratori locali, dirigenti di associazioni) originari dei vari centri abitati del Sud d’Italia.

Il dibattito ha avuto luogo nella sala del consiglio comunale. E stato moderato dal giornalista Luigi Vicinanza. Dopo i saluti del sindaco di Pompei Lo Sapio e dell’assessore Lala ha introdotto il dibattito Antonio De Pandis, presidente dell’associazione socio-culturale Alto Casertano.

La discussione ha riguardato soprattutto le emergenze locali, il ritardo nelle erogazioni dei finanziamenti per la coesione territoriale e soprattutto i numeri delle statistiche nazionali che commentano da solo il progressivo spopolamento del Mezzogiorno d’Italia, a seguito dell’emigrazione di braccia e di cervelli, oltre che al calo della nascite. Tutti segnali di sfiducia sul futuro delle aree di appartenenza e fattori di una profonda crisi economica e sociale.

Significativo a riguardo il racconto della storia di disperazione di un imprenditore agricolo di Contursi che, dopo aver investito per tutta la vita nell’innovazione tecnologica e ambientale dell’azienda di famiglia, alla fine, a seguito dell’abbandono generale, a cominciare dai figli emigrati altrove, ha perso ogni speranza sul futuro, decidendo di vendere tutto il suo patrimonio, finanche la tomba di famiglia.

Redazione Made in Pompei

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Made in Pompei è una rivista mensile di promozione territoriale e di informazione culturale fondata nel 2010.

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