Pellegrinaggio a Pompei per chiedere la riapertura del pronto soccorso a Boscotrecase
POMPEI. Non è servito il presidio (per 10 giorni) davanti all’ospedale di Boscotrecase per ottenere la riapertura del pronto soccorso, nè la fiaccolata per le strade di Boscoreale, Boscotrecase e Torre Annunziata ha convinto il ceto politico a riaprire un secondo centro di pronto intervento nel vesuviano che interessa un’utenza complessiva di 500mila residenti.
Ora l’ultima speranza è nella fede e per questo motivo il comitato di mobilitazione, unito sotto lo slogan “Ce avite accise ‘a salute” ha organizzato un pellegrinaggio a Pompei per chiedere l’intercessione della Madonna del Rosario.
La partenza del corteo civile (ma anche religioso) partirà domenica 4 febbraio 2024 (46esima Giornata nazionale per la Vita) alle ore 10, dalla stazione delle Ferrovie dello Stato di Torre Annunziata Centrale. Si auspica una partecipazione compatta di manifestanti da tutto il territorio vesuviano.
Parteciperanno associazioni e utenti del servizio pubblico sanitario nazionale di ogni ceto, età ed orientamento politico, accomunati tutti dalla richiesta della riapertura del pronto soccorso di Boscotrecase, che appare indispensabile anche per motivi di ordine pubblico.
Domenica 4 febbraio il punto di arrivo della “processione” sarà la Basilica della Madonna del Rosario. Probabilmente i manifestanti troveranno accoglienza da parte dell’arcivescovo Tommaso Caputo e di una delegazione di sacerdoti di Pompei.
La precarietà dell’assistenza medica e le file interminabili, anche per casi più urgenti, presso il pronto soccorso operante a Castellammare di Stabia dimostrano che oramai il problema dell’urgenza sanitaria rappresenta un pericolo per la salute dei residenti e dei turisti, costretti a ricorrere al servizio medico urgente.
A Castellammare di Stabia, come in tutti i pronto soccorso della provincia di Napoli, serve il potenziamento di personale medico e sanitario. La classe politica dirigente non ha più alibi. Deve dimostrarsi all’altezza del compito o lasciare l’incarico. Al contrario, pare che l’assenza di servizi sanitari e scolastici, oltre al trasporto locale e alla tutela di maternità ed infanzia, rientri in una strategia politica mirante a trasformare i diritti civili in business.