I detenuti potranno svolgere lavori di pubblica utilità al Comune di Pompei
POMPEI. I detenuti condannati per i reati cosiddetti “minori” potranno espiare parte della pena svolgendo lavori di pubblica utilità a beneficio del Comune di Pompei. L’ok all’iniziativa da Palazzo De Fusco è arrivato nei giorni scorsi.
La giunta comunale ha infatti approvato lo schema di convenzione con il Tribunale di Torre Annunziata (in rappresentanza del Ministero della Giustizia). Con la stessa delibera ha dato mandato al dirigente del Secondo Settore, Salvatore Petirro, di provvedere ai successivi adempimenti per la firma della convenzione.
Non è prevista retribuzione per i detenuti che sceglieranno di svolgere lavori di pubblica utilità presso il Comune di Pompei, al quale spetta invece il solo obbligo di copertura assicurativa.
I condannati potranno svolgere nei settori dell’ente municipale lavori di manovalanza o di tipo impiegatizio, a seconda della preparazione e delle attitudini personali. Al momento non è possibile prevedere quante unità saranno impiegate, perché ciò dipende da diversi fattori tra cui la richiesta da parte del detenuto.
«Questa amministrazione – dice l’assessore alle Politiche Sociali, Vincenzo Mazzetti – si è dimostrata sempre attenta e presente su temi sociali così importanti. Già dal 2020 Pompei è stato tra i primi Comuni ad attuare i Puc per i percettori di reddito di cittadinanza. Abbiamo riscontrato ottimi risultati con persone utilizzate soprattutto nelle scuole».
«Adesso – aggiunge l’esponente della giunta – la soddisfazione è maggiore perché con la convenzione che andremo a stipulare con il Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta del Ministero della Giustizia, daremo un’importante opportunità di riscatto sociale a delle persone, tra cui anche dei giovani».
«L’attuazione di questa iniziativa – conclude Mazzetti – è anche il segnale migliore che l’amministrazione Lo Sapio è stata sempre attiva e propositiva sulle tematiche sociali e dimostra anche che le accuse dell’opposizione sono prive di fondamento».