Il ricordo della contessa De Fusco: «Senza di lei la storia della Nuova Pompei sarebbe stata diversa»
POMPEI. A cento anni dalla morte (9 febbraio 1924-2024), Pompei ha ricordato la contessa Marianna Farnararo vedova De Fusco, consorte di Bartolo Longo. In lei si ritrova la figura che, insieme al Beato, è stata fondatrice del Santuario di Pompei, delle opere di carità, delle Suore domenicane “Figlie del Santo Rosario di Pompei” e della stessa città.
La commemorazione è cominciata con la cerimonia di intitolazione alla nobildonna pugliese, originaria di Monopoli (Bari), di una strada della città che va a confluire in piazza Bartolo Longo. È un modo, anche simbolico, per esprimere il profondo legame tra i due coniugi nella grande opera di evangelizzazione, di propagazione del Santo Rosario, di vicinanza ai più fragili, di affrancamento di tante persone dalla miseria.
Alla cerimonia, emozionante e semplice, erano presenti l’arcivescovo Tommaso Caputo e il sindaco Carmine Lo Sapio. Sulla facciata del palazzo in fondo alla strada, illuminata artisticamente, sono state proiettate immagini dedicate alla contessa, al Beato, alla costruzione del Santuario e dell’Opera pompeiana.
E lo stesso si è fatto sulla facciata di Palazzo De Fusco, oggi municipio della città mariana, e sul palazzo della Delegazione pontificia in piazza Bartolo Longo. Sulla facciata meridionale del Comune, che dà sulla Fonte Salutare, è stato poi inaugurato un murales dedicato alla Contessa Marianna, la cui immagine è raffigurata accanto a quella del Beato Bartolo Longo.
La cerimonia è proseguita con la funzione religiosa in Santuario. «Questa sera – ha detto monsignor Caputo nell’introduzione al rito – si rinnova l’amicizia anche con la terra di origine dei fondatori di Pompei. Sono con noi le autorità e altri amici, giunti da Monopoli e da Latiano, tra essi i familiari di Bartolo Longo. È presente anche la professoressa Ada Ignazzi (biografa della contessa), che ringrazio per l’impegno per far conoscere la storia privata e pubblica, umana e sociale, di Marianna Farnararo. È spiritualmente unito a noi il vescovo di Conversano-Monopoli, monsignor Giuseppe Favale, che sarà con noi a Pompei l’8 maggio per presiedere la Supplica».
Nella sua omelia l’arcivescovo commentando l’episodio del Vangelo nel quale Gesù guarisce un malato che non parlava né sentiva, ha messo la Parola di Dio in relazione con la vita della contessa Marianna: «Le non poche sofferenze – ha ricordato – avrebbero potuta renderla interiormente sordomuta, chiusa in sé stessa, diffidente nei confronti degli altri. E invece, mettendo in pratica il Vangelo di oggi, ha saputo essere coadiutrice di Dio nell’Opera di Pompei e ascoltare quella parola di Gesù: “Apriti!”».
«Con zelo e perseveranza – ha proseguito – ha trovato un rapporto autentico con Dio e con i fratelli nella pace, superando pregiudizi e innumerevoli difficoltà. E la piena sintonia di ideali tra Marianna De Fusco e Bartolo Longo, ha fatto nascere a Pompei, nel Santuario e nelle Opere di Carità, una vita nuova, mentre decine di migliaia di bambini – orfani e figli di carcerati – rinascevano, nell’ascolto di parole vere e nell’intreccio di dialoghi autentici».
«Senza l’apporto della contessa – ha detto ancora monsignor Caputo – la storia della Nuova Pompei non si sarebbe compiuta negli stessi straordinari termini in cui si è compiuta. Marianna De Fusco non ha soltanto contribuito alla fondazione del Santuario, ma ne è stata parte. Una parte viva e sostanziale, svolta nei due ambiti essenziali della preghiera e del pieno coinvolgimento nel grande cantiere delle Opere subito aperto da Bartolo Longo».
«Anche questo connubio rappresenta oggi un mirabile tassello del miracolo della “città di Maria”. Possiamo vedere anche in questo aspetto il segno ulteriore della modernità e dell’originalità di un Santuario dal cuore, ma anche dalla mano femminile. Un segno dei tempi nuovi, anticipati da una donna di fede, dispensatrice di una carità senza limiti» ha concluso l’arcivescovo.
Al termine della commemorazione dei cento anni dalla nascita in Cielo della contessa Marianna, monsignor Tommaso Caputo, ha presieduto, nella cripta del Santuario, l’omaggio floreale alla tomba della consorte del Beato Bartolo Longo. Ada Ignazzi, biografa e concittadina della nobildonna pugliese, ha letto una sua poesia dedicata a Marianna. Fonte foto: Santuario Pompei.