Napoli-Barcellona si deciderà al ritorno: al “Maradona” finisce 1-1
NAPOLI. Sarà anche complicato, ma il Napoli di Calzona si lascia alle spalle una porticina ancora aperta per il passaggio del turno in Champions League. Fra Napoli e Barcellona si deciderà tutto al ritorno fra tre settimane. Almeno questo racconta il pareggio di stasera al “Maradona” per 1-1, agguantato grazie a Osimhen che mette una pezza al vantaggio siglato da Lewandowski.
In campo fa il suo esordio il “nuovo” Napoli di Calzona, dopo l’esonero di Mazzarri che, sia pure inatteso non ha sorpreso nessuno. Il tecnico azzurro e della Slovacchia per ora non stravolge nulla, confermando modulo e “titolarissimi”.
Il 4-3-3 è interpretato da Meret, Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus, Olivera (preferito a Mario Rui), Anguissa, Lobotka, Cajuste (che vince il ballottaggio con Traorè), Politano, Osimhen al rientro e Kvaratskhelia. È 4-3-3 anche per il Barcellona di Xavi, che schiera Ter Stegen, Koundé, Araujo, Iñigo Martinez, Cancelo, Gundogan, Christensen, de Jong, Lamine Yamal, Lewandowski, Pedri.
Il primo quarto d’ora è un monologo degli spagnoli. Il Napoli sente il peso della sfida con l’avversario di prestigio, ma è contratto e raramente supera la metà campo avversaria. Meret è chiamato all’intervento determinante ben quattro volte nella prima mezz’ora. Al 4’ Gundogan si inserisce e scarica per Yamal che, da dentro l’area, calcia alto. Cinque minuti dopo ancora conclusione da fuori di Yamal che Meret respinge.
Al 15’ blaugrana ancora pericolosi con Lewandowski: stop in area del polacco, tiro di prima intenzione sull’esterno della rete. Il Napoli non incide in avanti e tra il 23’ e il 25’ il Barcellona torna a far paura. Prima Meret è chiamato a respingere una conclusione di Lewandowski da buona posizione, poco dopo il portiere del Napoli neutralizza un tiro dalla distanza di Gundogan.
Alla mezz’ora il Barcellona fa segnare il 60% di possesso palla. Il Napoli però sembra crescere rispetto ai primi, difficili, minuti e prova ad alzare un po’ il baricentro del gioco con Di Lorenzo, Politano e Osimhen. I tiri in porta però restano zero e gli azzurri guadagnano solo qualche corner. Si va al riposo sullo 0-0.
Il secondo tempo si apre ancora nel segno del Barcellona, con Gundogan che impegna ancora Meret al 49’: stavolta la parata è più semplice. Il tedesco ci prova ancora dalla distanza al 52’ ma la mira è alta. Allo scoccare dell’ora di gioco il Barcellona passa. Il vantaggio è firmato dal solito Lewandowski: la punta riceve in area da Pedri, si libera di Di Lorenzo e calcia sul primo palo dove Meret stavolta non può fare il miracolo (0-1).
Sei minuti dopo i catalani sfiorano il raddoppio: conclusione potente di Pedri, Meret risponde alla grande con i pugni. A questo punto Calzona decide per i primi cambi. Fuori Kvaratskhelia e Cajuste, dentro Lindstrom e Traorè. La doppia mossa sembra smuovere un po’ il Napoli, che comincia a guadagnare metri nella metà campo avversaria e Osimhen si fa vedere un paio di volte in area.
Al 75’ arriva il (quasi insperato) pareggio. Osimhen sfrutta un errore di Martinez che scivola in area e conclude di freddezza battendo Ter Stegen (1-1). È il primo tiro in porta del Napoli e il “Maradona” esplode in un boato. Calzona opta poi per il cambio che era già programmato: fuori Osimhen per Simeone mentre Politano lascia il posto a Raspadori. Due punte in campo per il Napoli che prova anche a compiere l’impresa.
Nell’ultimo quarto d’ora il Barcellona appare stanco. Il Napoli ci prova con Raspadori da punizione e con le conclusioni di Traorè e Lindstrom (ribattute dai difensori). A farsi pericolosi sono Anguissa con un colpo di testa (85’) e Simeone con un tiro potente dalla distanza (89’) di poco oltre la traversa.
L’ultima vera occasione della partita, però, è per il Barcellona in pieno recupero (95’): Gundogan prova il colpo di biliardo verso il secondo palo, sfera che termina di poco a lato. Si chiude con un pareggio l’andata di questa sfida tra Napoli e Barcellona: si deciderà tutto al ritorno, in terra catalana.