Concorsi al Comune di Pompei: l’opposizione fa scattare le denunce
POMPEI. I consiglieri comunali di opposizione Angelo Calabrese, Luisa De Angelis, Domenico Di Casola e Alberto Robetti hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata sulla regolarità delle procedure adottate per concorsi pubblici per circa 80 assunzioni di personale nel Comune di Pompei.
L’amministrazione comunale di Pompei, eletta nel settembre 2020 e guidata dal sindaco Carmine Lo Sapio, ha indetto una serie di concorsi pubblici per l’assunzione di circa ottanta nuovi dipendenti che sono stati gestiti attraverso commissioni esaminatrici per lo più composte dai dirigenti individuati su nomina fiduciaria dal sindaco.
Va ricordato che l’amministrazione Lo Sapio è nata dalla sfiducia al sindaco precedente Pietro Amitrano, a seguito di un contrasto interno contro il sindaco in carica, che aveva deciso di gestire le assunzioni nell’ambito di un concorso a livello regionale, mentre la fazione interna della sua maggioranza politica lo indusse alle dimissioni perché preferiva un concorso a livello locale, allo scopo di tutelare più efficacemente i concorrenti pompeiani.
Ora, i quattro consiglieri comunali summenzionati hanno motivato l’esposto, presentato alla magistratura oplontina e al prefetto di Napoli, con la necessità di vagliare la trasparenza e la regolarità delle procedure adottate.
Buona parte dell’esposto è basato sui criteri di nomina dei membri delle commissioni da parte del sindaco di Pompei, dove sarebbero mancati, a dire dei quattro consiglieri, criteri di indipendenza, imparzialità, rigore legale ed opportunità politica.
L’esposto è basato su indizi dichiarati e motivati riguardanti la validità dell’incarico di esaminatore assegnato ai vari componenti, che vanno dai rapporti di parentela, alla coincidenza per cui alcuni esaminatori erano a loro volta partecipanti ad altro concorso, alla regolarità degli avvicendamenti, alla competenza professionale dei funzionari prescelti, oltre al dato che il membro esterno risultava frequentemente il medesimo.
Calabrese, De Angelis, Di Casola e Robetti hanno fatto anche notare che diversi vincitori di concorsi sono parenti di amministratori o dirigenti comunali. Inoltre, nell’esposto, viene sottolineata e spiegata l’anomalia riguardo le modifiche al fabbisogno del personale (relativamente alle giustificazioni e alla normativa legale) e conseguente scorrimento delle graduatorie, che non sarebbero state adeguatamente argomentate.
L’avvocato penalista Domenico Di Casola, che presumibilmente ha redatto formalmente l’esposto firmato da lui e tre colleghi consiglieri di minoranza, è ricorso anche all’utilizzo della cosiddetta “voce di popolo”.
«Alla luce di tutto quanto esposto – si legge nel documento – alle Autorità che leggono per conoscenza (magistratura oplontina e Prefettura di Napoli, nda) si chiede alla di valutare eventuali aspetti di rilevanza penale; si chiede di valutare gli aspetti amministrativi, contabili, l’eventuale annullamento dei concorsi e l’invio della commissione d’accesso».
È questa la conclusione dell’esposto dei quattro consiglieri comunali, evidentemente determinati a procedere con una vertenza legale su una materia in cui non ritengono utile il dibattito politico.