“Inter Formas”: a Pompei la mostra personale di Anna Maria Cesario
POMPEI. Sabato 18 maggio 2024 è stata inaugurata “Inter Formas”, la mostra personale di Anna Maria Cesario, presso il Museo Temporaneo d’Impresa in piazza Bartolo Longo, 28 a Pompei. L’esposizione, organizzata dall’artista stessa e patrocinata dal Comune di Pompei, resterà aperta al pubblico fino al 24 maggio 2024. La mostra presenterà un ampio numero di opere recenti della Cesario.
In questa collezione, l’artista esplora l’arte poetica della forma, alternando visioni figurative oniriche a immersioni astratte, valorizzate dal suo intuito emozionale e dalla sua creatività. Le opere riflettono la vita psicologica ed emotiva dell’uomo, trasmettendo il dramma esistenziale.
Cesario, pittrice livornese ma trapiantata a Pompei, usa la pittura per rappresentare sia il mondo esterno sia quello interiore. La sua arte si muove tra le forme, usando la pittura come un microscopio o una lente panoramica. Le sue opere, come le “danze cromatiche”, superano le forme perimetrali attraverso l’uso evocativo del colore. Non sono necessarie immagini definite per trasmettere significato; il sentire istintivo sostituisce la rappresentazione oggettiva. La teoria dei colori di Cesario incide sui recettori cerebrali, suscitando reazioni emotive.
Nella serie “Inter Formas”, l’artista crea architetture cromatiche con grandi campiture di colore contrastante. Le opere suggeriscono profili urbani e industriali, accompagnati da giochi di luce che creano un’altalena di risonanze. In entrambi i casi, Cesario esprime un’interiorità che trascende l’oggettività, pur essendo meditata e organizzata.
Nel ciclo “Pseudomnesìa”, l’artista evoca falsi ricordi che suppliscono carenze di memoria, attivando sensazioni familiari ma nuove. Cesario esplora la psiche con contrasti cromatici che rappresentano sentimenti ed emozioni. Nella serie “sedimentazione”, i colori sono più soavi, ma mantengono la loro intensità cromatica.
Un altro aspetto del lavoro di Cesario è la pittura concettuale ad olio, dove il colore ospita forme vaghe di figure femminili, chiome arboree e ventagli. Queste opere richiamano l’Astrattismo e il Concettualismo del XX secolo, con ritratti che evocano emozioni primarie attraverso il colore. Le sperimentazioni di Cesario, come nella serie “pace violata”, mostrano una violenza cromatica che comunica dramma, con influenze di Francis Bacon.
Durante il lockdown, nella serie “estraneazioni”, Cesario sviluppa un timbro più meditativo e silenzioso, con sagome antropomorfe striate da tratti angosciosi. La vivacità si riduce a una fissità statuaria, con colori grigi e neri che riflettono un’interiorità tormentata.
Nella sezione “adattamento”, la geometria astraente suggerisce immagini oggettive con colori netti e senza sfumature. La forma torna protagonista, portando la pittura di Cesario in una dimensione concettuale ed esteriore. Cesario, con due anime e stili, è una suggeritrice delle profondità dell’animo e delle forme. La sua pittura non è dichiarativa, ma evoca suggestioni, rendendola una custode dell’intuizione e una trasmittente dell’interiorità umana.