A Pompei le notizie sulle nuove scoperte viaggiano in tempo reale
POMPEI. Oggigiorno la notizia principale sugli Scavi di Pompei che rimbalza dalla stampa all’opinione pubblica riguarda il record di visitatori, che aumentano di anno in anno, mentre il merito della città “riemersa dalle ceneri del Vesuvio” è quella di rappresentare un inedito “motore” per la ricerca di archeologia romana.
Dai progetti di ricerca e di indagine scientifica condotti dal Parco archeologico di Pompei, in proprio o avviati in collaborazione con i più importanti istituti di ricerca nazionali e internazionali, si ricavano nozioni fondamentali sullo stile di vita dell’antico Impero Romano che, specie nel secolo breve, ne ha influenzato la moda di vivere e pensare.
Tra i vari partner, nel 2023 il Parco annovera l’University of Texas at Austin, la Freie Universität di Berlino, l’Università degli Studi di Genova, l’Università di Pisa, la Scuola Imt Alti Studi Lucca, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), il Politecnico di Torino e il Centre Jean Bérard.
Si tratta di enti che hanno lavorato a diversi progetti, sia presso il sito della stessa Pompei che presso altre località della Grande Pompei, che ne fanno parte a pieno titolo. E i risultati sono stati pubblicati negli ultimi articoli scientifici dell’E-Journal degli Scavi di Pompei, la rivista digitale del Parco che rappresenta una recente iniziativa scientifica di diffusione mediatica dei risultati della ricerca.
L’obiettivo è, nelle intenzioni dichiarate del Parco, quello di far circolare le notizie scientifiche derivanti dalle ricerche e dalle iniziative di restauro in tempo reale, nell’ottica dei valori della trasparenza. Altra cosa è la cronaca delle iniziative e delle scelte di gestione del Parco a monte della sua attività che competono ai media, i quali dovrebbero essere i titolari legittimi della critica indipendente perché nessuno è giudice obiettivo del proprio operato.
«A Pompei si pubblica mentre si scava: in un anno dalla fondazione dell’E-Journal, abbiamo pubblicato 14 articoli scientifici che parlano degli scavi e delle ricerche in corso» ha fatto sapere il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel, commentando che le relazioni scientifiche sulle nuove scoperte vengono redatte in tempi record, assicurando informazioni scientifiche con gli stessi ritmi di un settimanale di stampa popolare.
È un nuovo modo di divulgazione scientifica che, grazie alla tecnologia digitale, diventerà un modello di riferimento. Resta il fatto che Zuchtrieghel e i suoi collaboratori del Parco ne vantano il primato: «È finito il tempo in cui gli archeologi si tenevano i dati inediti per anni o decenni prima di farli uscire». Un argomento centrale del nuovo modus operandi che ci pare più appropriato alla funzione pubblica.