Nuove ricerche e scoperte nell’insula dei Casti Amanti di Pompei
POMPEI. Scene violente dell’arena gladiatoria di Pompei, dipinte da bambini coi carboncini sui muri di un cortile dell’insula dei Casti Amanti, aprono un capitolo d’indagine scientifica sull’universo infantile dell’antica Roma. Si riflette sul dato che all’epoca i bambini piccoli assistevano facilmente, come succede anche oggigiorno, a forme estreme di violenza, con tutte le conseguenze che questi spettacoli avevano sul loro inconscio.
Nell’insula dei Casti Amanti sono stati trovati diversi disegni infantili di lotta gladiatoria e di caccia, insieme ad altre scoperte di grande interesse. Le scoperte sono arrivate, come oramai succede frequentemente a Pompei, in un cantiere di restauro, scavo e accessibilità e, nello specifico in quello dell’insula dei Casti Amanti, che a partire ora regala ai visitatori un sito d’osservazione inedito “dall’alto”, grazie a un sistema di passerelle sospese.
È possibile osservare, sulla base degli ultimi risultati raggiunti, che l’ultimo capitolo di scavo e ricerca scientifica offre uno straordinario spaccato dedicato all’universo infantile a Pompei, nel contesto culturale complessivo dell’Impero romano.
Tra affreschi di scene mitologiche, nell’ambito di un contesto ispirato probabilmente ad un grave lutto di famiglia dovuto alla morte di un “pargoletto”, è raffigurato tra gli altri un bimbetto incappucciato con lo sguardo fisso e profondo oltre l’osservatore. I suoi sono occhi spiritati e tristi d’altri mondi. Probabilmente è il figlio deceduto dei proprietari della casa che ora comunica il suo mistero con uno sguardo che farà molto parlare.
La sua figura è contornata dal simbolismo dionisiaco (l’uva e il melograno) e dall’immagine di un piccolo amico di giochi (il cagnolino). Il messaggio che tramette col corpo e con l’anima si riesce appena a percepire, nel suo contesto misterico celebrativo, costituito dalle altre pitture della stanza, grazie alla sensibilità artistica dell’autore dell’affresco e alla nostra personale empatia.
Lo scenario straordinario di alta ingegneria contemporanea del cantiere dei Casti Amanti offre la veduta complessiva di un articolato corpo architettonico composto da tre distinte case, a loro volta suddivise in spazi a cielo aperto destinati ad orti o a giardino o racchiusi tra mura residenziali o di commercio.
Durante la visita si vedono le maestranze che restaurano dipinti e pavimenti negli ambienti ed altri operai impegnati in opere di accessibilità. Nel frattempo viaggia veloce la comunicazione che interpreta e spiega tutto quello che capita. Una novità che esalta il ruolo della ricerca scientifica che viaggia in parallelo con i lavori pubblici dell’intera insula dei Casti Amanti, a due passi dalla casa di Giulio Polibio.
A partire dalla conferenza stampa del 28 maggio 2024 il Parco Archeologico di Pompei ha aperto al pubblico l’Insula dei Casti Amanti su un percorso in sicurezza su passerelle metalliche che, oltre alla domus che caratterizza l’intero complesso, prevede la casa dei Pittori al lavoro e quella del Cenacolo colonnato. Ai primi di giugno si parte con la degustazione di delikatessen del territorio presso i chioschi del cortile interno di Casina dell’Aquila, sita proprio al termine dei Casti Amanti, lungo via dell’Abbondanza.
Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco, è apparso visibilmente emozionato nella conferenza stampa a causa delle recenti straordinarie scoperte e, soprattutto, a causa delle anticipazioni scientifiche, ad horas, che ne conseguono. «In questo modo daremo un sostegno completo al settore dell’archeologia nazionale, anche a quella avviata conseguentemente a lavori pubblici come nella costruzione della metropolitana».
Il progetto in corso di esecuzione prevede la copertura del complesso dei Casti Amanti con un impianto fotovoltaico integrato, dotato di un percorso di visita in quota dei piani superiori. Prevede inoltre il completamento dello scavo delle case parzialmente sepolte da cumuli di pietre pomice, che contenevano anche gli scheletri di due vittime dell’eruzione pliniana.