Pompei, gli scavi nella Regio IX rivelano un sacrario con pareti blu
POMPEI. Ultimamente, durante gli scavi nella Regio IX, è stato rinvenuto un ambiente isolato colorato di blu, lungo il percorso che procede verso la “Casa del Larario”, insieme a splendidi saloni affrescati, rinvenuti tra cumuli di materiale vulcanico contenenti vittime dell’eruzione pliniana.
Si tratta di un sacello dotato di pareti blu (il colore della nostalgia) appartenente ad una domus di alto livello, dotata tra l’altro di un grande salone e affrescato con pitture di II e III stile ed un impianto termale. L’e-journal (periodico scientifico del Parco archeologico di Pompei) ne ha riconosciuto le caratteristiche di un sacrario.
Il sacrario è una specie di “museo domestico” dei costumi tradizionali, diversamente dal larario che, invece, era un tempio dove la famiglia allargata romana (e pompeiana) praticava il culto degli antenati ancorato al ruolo tutelare del pater familias (proseguito nel cattolicesimo dal Padre Nostro).
Il sacrario rinvenuto nella Regio IX era un vero e proprio “museo” di un’epoca passata, enfatizzato nel ricordo e decorato con figure allegoriche. Era allestito con oggetti e statue emblematiche dell’epoca repubblicana contemporanea e successiva alla guerra sociale.
Alla vigilia dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che seppellì Pompei sotto il materiale vulcanico essa veniva immaginata oltre la diretta esperienza, dal momento che lo stile di vita urbano pompeiano (e romano) era stato contaminato dalle mode dei paesi orientali e le attività erano state lasciate nelle mani di schiavi e liberti che governavano le ville rustiche. Pertanto si enfatizzava un passato di valori sociali austeri, rappresentato con luoghi comuni di cui il sacello dalle pareti blu era stato relegato al ruolo di magazzino.
Le pareti del sacello della Regio IX sono decorate con figure femminili a sfondo blu che affiancano le nicchie della parete centrale, dove presumibilmente venivano esposti oggetti di culto e/o statuette che sono state rubate nel corso di scavi clandestini.
Le pareti laterali raffigurano le quattro stagioni, le Horae, mentre in quelle sulla parete centrale ci sono le allegorie dell’agricoltura e della pastorizia, come indicano gli attributi dell’aratro e del pedum, un corto bastone usato da pastori e cacciatori.
Il colore azzurro veniva raramente utilizzato negli affreschi pompeiani perché riservato ad ambienti di grande impegno decorativo. Parzialmente esplorato in epoca borbonica, lo scavo ha restituito oggetti appartenenti all’arredo della casa, temporaneamente depositati in occasione dei lavori edili estesi a tutto il complesso.
Nello specifico sono state rinvenute 15 anfore da trasporto di masserie e un corredo in bronzo composto da 2 brocche e 2 lucerne, oltre ad accumuli di materiali edilizi, pronti per le ristrutturazioni. Sull’ingresso è stato trovato un mucchio di gusci di ostriche, già consumate, che venivano tritati ed aggiunti agli impasti per gli intonaci e le malte. La stanza, che misura circa 8 mq., è emersa tra le strutture poste nella porzione meridionale dell’isolato, pertinenti ad un quartiere secondario di una grande domus (dove è stato rinvenuto anche un Salone affrescato di nero).
Lo scavo dell’insula 10 della Regio IX è parte del più ampio progetto di messa in sicurezza del fronte perimetrale dell’area scavata, che prevede il miglioramento dell’assetto idrogeologico, finalizzato alla tutela del patrimonio pompeiano (più di 13mila ambienti in 1.070 unità abitative, oltre agli spazi pubblici e sacri). Fonte foto: Pap.