Le meraviglie del cantiere dei Casti Amanti a Pompei
POMPEI. Da fine maggio è possibile accedere al cantiere dell’Insula dei Casti Amanti di Pompei, tutti i giorni dalle ore 10:30 alle 18. L’ingresso, da Via dell’Abbondanza, è contingentato. Il cantiere, attraverso un percorso interamente “accessibile”, che include un elevatore per il raggiungimento delle passerelle sospese anche dai diversamente abili, va ad implementare l’itinerario senza barriere architettoniche “Pompei per Tutti”.
Il percorso dall’alto consente una visione innovativa e globale dell’intera insula (quartiere), nonché dell’architettura delle case romane con l’alternarsi di ambienti vari adibiti ad usi diversi: dal produttivo al commerciale all’abitativo, oltre che del cantiere in atto.
La visita al cantiere dell’Insula dei Casti Amanti offre ai visitatori diversi spunti di interesse. Ciò grazie anche alle più recenti scoperte avvenute nel corso delle campagne di scavo che hanno accompagnato la messa in sicurezza e il restauro dell’antico quartiere.
L’Insula dei Casti Amanti si compone di tre dimore distinte: la Casa dei Casti Amanti (che dà il nome al quartiere), la Casa dei Pittori al lavoro e quella che è stata battezzata Casa del Cenacolo Colonnato.
La Casa dei Pittori al lavoro. Tra gli ambienti portati alla luce nel corso degli scavi, nella Casa dei Pittori al lavoro ne è emerso uno dalle raffinate pareti affrescate in IV stile. La parte superiore, a fondo bianco, è decorata con figure mitologiche (centauri, sirene, grifi) che incorniciano l’immagine di una divinità, presente su ciascun lato.
Si riconoscono Afrodite, Apollo e Dioniso e una quarta divinità (forse una figura femminile) non ben leggibile, a causa di una breccia sulla parete. In mezzo, con pannelli a fondo rosso, si riconoscono Perseo e Andromeda da un lato e la purificazione di un eroe dall’altro.
Su un’altra parete c’è un quadretto più piccolo raffigurante un bambino di circa 5 anni con cappuccio e mantello da viaggiatore, circondato da grandi grappoli d’uva e melagrane. Al suo fianco c’è un cagnolino. Si tratta di una scena pressoché inedita nell’iconografia pompeiana.
Sempre nella Casa dei Pittori al lavoro, in un altro ambiente identificato come l’ingresso principale della Casa dal vicolo occidentale, sono stati trovati gli scheletri di due vittime. Erano un uomo e una donna in età avanzata che, entrati dalla porta sul vicolo, avevano cercato rifugio nel corridoio di accesso, un piccolo spazio ancora libero dal lapillo caduto durante la prima fase dell’eruzione. Qui, però, trovarono la morte a causa dei lapilli che inevitabilmente si accumularono anche lì.
La Casa del Cenacolo colonnato. Nella Casa del Cenacolo colonnato, invece, durante le attività di scavo, su una delle pareti di un corridoio nei pressi di un cortile di servizio, a circa un metro e mezzo dal piano pavimentale, sono stati individuati alcuni disegni a carboncino.
Per la loro semplicità, sembrerebbero essere stati eseguiti dalla mano di un bambino, forse salito su un ponteggio montato per i lavori in corso nella casa. I disegni raffigurano una scena gladiatoria. Si vedono due gladiatori uno di fronte all’altro e una scena di venatio (giochi di caccia), con due bestiarii, provvisti di lunga lancia, intenti ad affrontare quella che sembra una coppia di cinghiali. A destra, invece, una testa di rapace, forse di aquila.
«Insieme alle psicologhe della “Federico II” – ha spiegato il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel – siamo giunti alla conclusione che, con ogni probabilità, i disegni dei gladiatori e dei cacciatori sono stati eseguiti in base a una visione diretta e non da modelli pittorici.
Probabilmente i bambini che giocavano in questo cortile, tra cucine, latrina e aiuole per coltivare verdure, avevano assistito a dei combattimenti nell’Anfiteatro, venendo così a contatto con una forma estrema di violenza spettacolarizzata, di cui potevano far parte anche esecuzioni di criminali e schiavi. I cefalopodi, ovvero le figure con gambe e braccia che escono direttamente dalla testa, caratterizzano un modo di disegnare la figura umana che possiamo ritrovare nei bambini di oggi».
In un altro spazio della Casa del Cenacolo colonnato, identificato come un’area usata sia per lo stoccaggio/scolo delle anfore e sia per scopi produttivi, è apparsa un’altra serie di disegni. Si trovano su alcune pareti, tra i 20 e i 50 centimetri dal piano pavimentale, ad altezza di bambino.
Si tratta di tre piccole mani contornate con il carboncino, due scene gladiatorie, un disegno che sembrerebbe ritrarre due figure che giocano con una palla, un animale (probabilmente un cinghiale) e, infine, una scena di pugilato, che ritrae uno dei due pugili riverso a terra.
La parete est, oltre a presentare un’altra scena di pugilato, disegno che immortala sempre il “knock-out” (Ko) di uno dei due atleti, documenta una scena più complessa, appartenuta a una mano differente e a un periodo precedente della vita dell’ambiente (ancora non ben definito). Il disegno, infatti, è parzialmente coperto da una scialbatura color crema, forse messa in opera proprio a copertura di questo disegno.
Quest’ultimo non è stato tracciato con un carboncino, ma con l’utilizzo di un pigmento minerale di color rosso, forse ocra. Il disegno rappresenta in maniera schematica, ma con un forte intento ironico, una scena marina, dove si trovano: due grandi navi circondate da pesci, oggetti che si riferiscono alla pesca (nassa?) e, sotto un pesce che presenta lunghi bargigli, plausibilmente una triglia, di maggiori dimensioni, due membri maschili, uno dei quali preso all’amo.
Il cantiere dell’Insula dei Casti Amanti. L’Insula dei Casti Amanti (IX, 12) si inserisce nel quartiere centrale della città antica di Pompei (Regio IX), lungo Via dell’Abbondanza. Scavata per circa la metà, ha un’area di quasi 2.600 mq. Il primo lotto dei lavori, ormai completato, partito con la progettazione finanziata del Grande Progetto Pompei, ha previsto la messa in sicurezza dei fronti di scavo ed il rifacimento completo della copertura.
Quella attuale è una struttura reticolare spaziale che copre con un’unica campata l’intera superficie dell’Insula e comprende una passerella sospesa per una lunghezza complessiva di circa 240 metri lineari di percorso. La nuova copertura libera tutta l’insula da qualsiasi elemento interferente con la fruizione delle aree e poggia solo lungo i due vicoli laterali.
Ci sono anche elementi vetrati in corrispondenza delle aree scoperte, per permettere di avere luce dall’alto. I lucernari sono realizzati con speciali pannelli di vetro con cellule fotovoltaiche integrate atti a captare energia solare e produrre l’energia elettrica sufficiente a rendere autonomo il complesso, sia per l’illuminazione notturna che per l’impianto elevatore.
Il primo lotto è costato complessivamente circa 8 milioni di euro, per gran parte finanziati dai fondi europei Pon Fesr Cultura e Sviluppo 2014-2020. L’attività in corso, invece, in questa seconda fase consiste in interventi mirati alla messa in sicurezza e al restauro delle strutture e degli apparati decorativi emersi.