Carmen Consoli canta la sua Sicilia e incanta l’Anfiteatro di Pompei

POMPEI. Carmen Consoli canta la sua Sicilia e incanta l’Anfiteatro di Pompei.  Ammalia con la sua voce. Conquista con la musica sua e di maestri come Rosa Balistreri e Franco Battiato. Affascina con i racconti suoi e di chi l’accompagna nell’arena pompeiana, come Donatella Finocchiaro e Giovanni Impastato.

Sì perché “Terra ca nun senti” (“Terra che non sente”, dal titolo della canzone della cantautrice siciliana Rosa Balistreri) non è solo il concerto dell’artista catanese. È invece uno spettacolo che prende per mano lo spettatore e lo conduce con entusiasmo, ma anche con un sottile velo di malinconia, nella Sicilia di ieri di oggi.

Una terra così lontana e pure così simile a quella che lo scorso 8 giugno ha accolto Carmen Consoli, da vulcano a vulcano. All’ombra del Vesuvio, l’Anfiteatro di Pompei (sold out per l’occasione) non vede l’ora di lasciarsi coinvolgere e ascoltare le storie che arrivano dall’Etna e non solo.

Quando si accendono le luci sul palco c’è Anna Castiglia, giovane artista siciliana che introduce la serata con la sua musica fresca e dalle metriche argute. Sicuramente sentiremo ancora parlare di lei.

L’arena si infiamma quando entra in scena Carmen. Con lei ci sono Gemino Calà ai flauti etnici, Valentina Ferraiuolo al tamburo a cornice e percussioni, Adriano Murania al violino e chitarra acustica, Puccio Panettieri alla batteria, Massimo Roccaforte alle chitarre e mandolino e Marco Siniscalco al basso e contrabbasso.

La cantantessa entra nel vivo cantando in siciliano (apre con “Canto e Cuntu” di Balistreri) e in italiano, per poi passare in rassegna alcuni dei suoi pezzi più impegnati e quelli più noti al grande pubblico (da “Per niente stanca”, “Fiori d’arancio” e “Le cose di sempre”, a “Parole di burro”, “Pioggia d’aprile” e “L’ultimo bacio”).

In mezzo, il simbolico “gemellaggio” sancito con Pompei: «Grazie per l’accoglienza, questo luogo è bellissimo» ha detto Carmen, che alle spalle aveva la cavea dell’anfiteatro più antico del mondo. «Grazie a chi si prende cura di questi luoghi. La bellezza salverà il mondo e Pompei contribuirà a salvare il mondo» ha poi detto l’artista catanese.

Dopo le due letture di Donatella Finocchiaro (la seconda dedicata a Rosa Balistreri e alla sua storia di violenze subite, a cui sono seguiti i pezzi “Mio zio” e “Masino”) non poteva mancare l’omaggio di Carmen Consoli a un gigante della musica come Franco Battiato. «Vi porto in un breve viaggio in Sicilia» ha detto l’artista, prima di far risuonare nell’arena le note di “Stranizza d’amuri”.

C’è spazio anche per la narrazione del “lato oscuro” della Sicilia, illuminato però dalle parole di Giovanni Impastato, che ricorda suo fratello Giuseppe, “Peppino”. Alla sua memoria è andato il lungo applauso dell’Anfiteatro di Pompei, scattato in piedi per ricordare il giornalista, attivista e poeta che ha pagato con la vita la sua lotta contro la mafia. Poi, la melodia di “Terra ca nun senti” intonata da Carmen.

Mentre gli applausi continuano a scena aperta, tocca ai grandi successi “Confusa e felice” e “Amore di plastica” riportare il sole caldo della Sicilia al centro della scena dell’Anfiteatro romano. È il “rompete le righe” della serata per i fan, accorsi a Pompei da ogni parte d’Italia per il suo live. È il segnale che tutti aspettavano per alzarsi in piedi e lasciarsi andare alle note dei pezzi più amati.

«Grazie per aver accolto un pezzettino di Sicilia» dice Carmen dal palco, chiamando a sé la band e tutti i protagonisti del suo spettacolo. Il lungo e caloroso applauso è il giusto tributo del pubblico ad una performance da non perdere: per questo è meglio tenere d’occhio le prossime tappe del suo tour. Fonte foto copertina: Pap.

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Marco Pirollo

Marco Pirollo

Giornalista, nel 2010 fonda e tuttora dirige Made in Pompei, rivista di cronaca locale e promozione territoriale.

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