Al Teatro Grande di Pompei “L’Odissea Cancellata” di Isgrò a Pompei

POMPEI. Molte opere classiche riescono tutt’ora ad sorprendere per la loro attualità, tante si prestano ad essere reinterpretate in chiave moderna dimostrando che c’è ancora un “cuore” che batte sotto la cenere.

Dopo che abbiamo appreso che invece dei soliti posti sulla gradinata della cavea del Teatro Grande di Pompei ci erano state assegnate posizioni ricavate nello spazio dell’orchestra mentre altri spettatori erano stati sistemati sul palcoscenico, abbiamo così sperimentato un happening d’inversione delle tradizionali postazioni. A noi spettatori era stato assegnato il ruolo inconsueto nella partecipazione ad un’installazione d’arte contemporanea.

Difatti le gradinate erano state occupate dai versi omerici. Con l’avvio dello spettacolo ”Odissea Cancellata” gli effetti visivi della scenotecnica studiata da Emilio Isgrò hanno eliminato parole che mancavano di attualità. In pari tempo è partita un’inedita pièce teatrale dissacrante ed ironica dell’artista siciliano, che manteneva la sua efficacia rievocativa del poema omerico, ma solo per contrasto.

Sotto la regia di Giorgio Sangati gli attori Luciano Roman e gli altri sei colleghi del coro hanno messo in scena la rappresentazione, in prima assoluta, contemporaneamente i versi originali del poema omerico si sono dissipati magicamente nel buio della notte. È In questo modo che Il poema mitico ha lasciato la scena alla comunicazione digitale.

A leggere i precedenti artistici dell’autore si apprende che Isgrò è uno che ha cancellato di tutto (artisticamente parlando). Dalla Costituzione fino al debito pubblico del nostro Paese. A questo punto le aspettative degli spettatori sarebbero state tante: purtroppo non tutti hanno la bacchetta magica e la capacità di mutare con l’immaginazione senso e significato degli spazi reali.

Scritta da Emilio Isgrò oltre venti anni fa, la pièce teatrale andata in scena nel Teatro Grande di Pompei ha mantenuta intatta la sua attualità con il personaggio di Ulisse che è stato messo in crisi da personaggi onirici che sono gli stessi che aveva incontrato nel suo mitico viaggio (ora negato) che sarebbe stato orientato da innumerevoli venti scombinati.

Le gradinate del Teatro Grande si trasformano così in uno spazio scenico irrituale su cui si avvicendano immagini, parole e interpretazioni attoriali, che hanno un effetto visivo di grande impatto. Allo stesso tempo la poesia ha sposato immagini inedite, rendendo l’Odissea cancellata uno spettacolo fuori da ogni schema di prassi teatrale.

Lo stesso autore dell’opera, che si è mescolato al pubblico mettendo in scena il ruolo di un divertito Omero contemporaneo, ha riconosciuto a Roberto Andò, direttore del Teatro Nazionale di Napoli, il merito di averlo indotto a mettere in scena l’Odissea cancellata, consentendo a noi spettatori un’esperienza artistica originale per modi e contenuti.

Mario Cardone

Mario Cardone

Ex socialista, ex bancario, ex sindacalista. Giornalista e blogger, ha una moglie, una figlia filosofa e 5 gatti. Su Facebook cura il blog "Food & Territorio di Mario Cardone".

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