Al Museo archeologico di Stabia “Libero D’Orsi” esposti nuovi reperti dal Mann

CASTELLAMMARE DI STABIA. Dal 3 luglio 2024 il Museo archeologico di Stabia Libero D’Orsi amplia il suo percorso espositivo con nuovi reperti provenienti dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Mann): una coppa in ossidiana a motivi egittizzanti e un busto-ritratto di una principessa giulio-claudia, insieme ad affreschi per la prima volta esposti.

I reperti sono in prestito, grazie all’accordo di valorizzazione sottoscritto nel 2023 tra il Parco Archeologico di Pompei e il Mann finalizzato alla valorizzazione del patrimonio stabiano, e per mezzo del quale è stata già integrata la collezione del Museo dalla sua riapertura, lo scorso marzo. Curatori del nuovo allestimento sono Maria Rispoli, direttrice del Museo e Teresa Argento, funzionario restauratore della Reggia di Quisisana.

«Il museo archeologico di Stabia è sempre più protagonista di una rete territoriale di siti e luoghi della cultura di inestimabile valore – sottolinea il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel – Abbiamo già in programma un incontro con il neo eletto sindaco di Castellammare, Luigi Vicinanza, per parlare di progetti futuri.»

I collegamenti con mezzi pubblici, decoro e segnaletica sono alcune delle priorità che Zuchtriegel affronterà insieme all’amministrazione comunale. Il direttore fa anche sapere di importanti lavori di restauro e accessibilità attualmente in corso alle ville di Stabia.

La coppa in ossidiana giunta al Museo Archeologico di Stabia è un reperto di particolare pregio e bellezza rinvenuta in numerosi frammenti a Villa San Marco da Libero D’Orsi nel 1954, durante i lavori di scavo dell’ambiente n. 37 e ricomposta in seguito ad una laboriosa opera di restauro al Mann.

Più precisamente l’intervento di recupero permise di ricomporre due skyphoi (coppe) raffiguranti scene di culto di tradizione egizia, parte di una phiale (coppa) con scena nilotica e la coppa che si trova adesso al Museo Archeologico di Stabia caratterizzata da una variopinta decorazione intarsiata in oro e pietre preziose costituita da foglie, fiori e da un uccello posato sullo stelo centrale.

Il tipo di rappresentazione si rifà a modelli “egittizzanti”, moda che si affermò a Roma dopo la conquista dell’Egitto a seguito della battaglia di Azio del 31 a.C. La preziosità dei materiali utilizzati, la tecnica, che presume artigiani altamente specializzati, fanno di questi vasi dei capolavori dell’artigianato alessandrino e soprattutto ci inducono a pensare ad una committenza esclusiva.

Altro reperto in esposizione al Museo Archeologico di Stabia è il noto busto-ritratto di una principessa giulio-claudia, attribuito a Claudia Ottavia, figlia di Claudio e prima moglie di Nerone, rinvenuto nel larario del piccolo peristilio della villa di Anteros insieme ad un’iscrizione anch’essa esposta nel museo.

Si tratta di una dedica ai Lari (divinità) e alla Famiglia da parte di due personaggi, Anteros ed Heracleo, liberto e servo della famiglia in cui prestavano servizio. L’assenza dell’indicazione nel testo della gens, a cui è rivolta la dedica, lascerebbe presupporre l’alto rango di questa famiglia. Dunque, potrebbe trattarsi di liberti ed esponenti della famiglia imperiale, che custodivano ed esponevano nella propria casa un ritratto della principessa.

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Nunzia Cascone

Nunzia Cascone

Content writer. Collabora con varie testate prediligendo tematiche legate alla sostenibilità, benessere e bellezza ecobio. Puoi dare un'occhiata ai suoi articoli su linkedin.com/in/nunzia-cascone

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