Russell Crowe “scatena l’inferno” nell’Anfiteatro di Pompei con “Sarà perché ti amo”

POMPEI. “Il Gladiatore” è tornato nell’arena per trionfare davanti al pubblico osannante. Questa volta però non ci sono duelli da affrontare né belve da domare. Le uniche “armi” a disposizione di Russell Crowe sono la voce calda e graffiante, la chitarra scintillante e la solita grinta coinvolgente. E tanto basta per mandare in visibilio i fan accorsi a vederlo ieri, in una serata caldissima (9 luglio 2024), nell’arena dell’Anfiteatro romano di Pompei.

Si tratta di luogo-simbolo dell’antichità. Ed è quindi una tappa irrinunciabile del tour italiano dell’artista che proprio interpretando un personaggio del mondo antico, il gladiatore Massimo Decimo Meridio, ha conquistato l’Oscar nel 2001.

Con lui sul palco ci sono “The Gentleman Barbers”, ovvero David Kelly (batteria), Stewart Kirwan (tromba), Stuart Hunter (piano), Chris Kamzelas (chitarra) e James Haselwood (basso) con le voci di Stacey Fletcher, Susie Ahern e Britney Theriot.

Soprattutto, a duettare con il mattatore neozelandese c’è Lorraine O’Reilly. Con Crowe per un duetto nell’album dei Bible Code Sundays “Walk like Kings”, sono diventati amici e si sono esibiti insieme dal 2017. La sua presenza è confermata anche nelle date italiane del tour. Ed è proprio O’Reilly, mentre il pubblico prende posto, ad introdurre la serata con le magistrali interpretazioni di alcuni grandi successi pop della musica internazionale.

Poco dopo le luci nell’arena si spengono. Il “gladiatore” dal palco scatena la potenza del suo country-rock con un paio di pezzi energici. Poi le prime parole dedicate a Pompei, che non possono che essere in italiano: «Che posto! Spettacolare!». E se lo dice lui che alle arene c’è abituato, allora bisogna davvero credergli.

Il concerto entra allora nel vivo: la scaletta d’altra parte è imponente (alla fine saranno circa 30 brani) e il ritmo è serrato. Si alterna l’energia dei brani di Crowe ai momenti più “intimi” dedicati al racconto di alcuni aneddoti di vita vissuta.

Russell Crowe torna a parlare italiano prima del pezzo “Michelangelo’s God” per spiegare: «La fede è la cosa più importante della nostra vita. Non parlo della religione o della scienza, ma della nostra immaginazione, della nostra credenza. Tutti abbiamo la capacità di coinvolgere, con la nostra credenza possiamo cambiare le nostre vite».

Poco dopo sul palco un giovanissimo cantante dalla chioma bionda duetta con personalità accanto a Lorraine O’Reilly. «È mio figlio» spiegherà ancora in italiano la star neozelandese, che ha portato con sé nel tour anche il primogenito Charlie Crowe.

Poi è la volta del brano “Let Your Light Shine”. Russell invita il pubblico a cantarla in piedi, con il ritornello in italiano: “Fai brillare la tua luce!”. I pezzi si susseguono l’un l’altro, il tempo scorre via e il concerto volge al termine. Russell Crowe saluta i fan e le luci sul palco si spengono. Sembra finita, ma dal pubblico si ode una sola, unica, voce: “Massimo! Massimo!”. È un richiamo a cui “il gladiatore” non può certo dire di no.

Il ritorno sul palco è di quelli memorabili. Il concerto sembra ricominciare, con un’altra sfilza di brani carichi di ritmo e di vitalità. Tra questi, una bellissima cover di “Romeo & Juliet” di Mark Knopfler. L’apice arriva quando Russell chiede: «Volete una canzone in italiano?». È indubbiamente il segnale che tutti stavano aspettando “per scatenare l’inferno”.

Sulle note di “Sarà perché ti amo” dei Ricchi e Poveri l’arena di Pompei si lascia andare alla hit anni ’80 e rende onore al “gladiatore”: per lui sicuramente pollice in su e applausi a scena aperta anche per Lorraine O’Reilly e The Gentleman Barbers. Per chi non c’era ieri sera la consolazione è che il tour italiano di Russell Crowe è ancora lungo: c’è modo e tempo per goderselo.

Marco Pirollo

Marco Pirollo

Giornalista, nel 2010 fonda e tuttora dirige Made in Pompei, rivista di cronaca locale e promozione territoriale.

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